Tragedia a Torre di Mosto: accoltella la ex moglie, poi si toglie la vita con una balestra
Guardia giurata ferisce gravemente la ex consorte davanti alla barberia in cui lei lavora, poi si uccide nel garage di casa. Lei è in ospedale, in gravi condizioni
Giovanni Cagnassi
Michele Beato e il luogo in cui si è tolto la vita
TORRE DI MOSTO. Tenta di uccidere la moglie con un coltello da cucina e poi si toglie la vita con una balestra nel garage di casa.
Michele Beato, 57 anni, guardia giurata di origine barese, residente a Torre di Mosto ma che lavorava anche nella Marca, si è presentato verso le 14 di lunedì 8 agosto davanti alla barberia “Stello”, nel centro della cittadina, dove la moglie, Rosa Silletti, 51 anni anche lei pugliese, con la quale non viveva più da circa quattro mesi perché si era trasferita a San Stino di Livenza, si era recata a fare le pulizie.
La donna, mamma dei loro due figli, un maschio che vive a Torre di Mosto con il padre, e la femmina, trasferita a Milano, viveva sola da qualche tempo dopo i dissapori con il marito e una denuncia per minacce presentata ai carabinieri. Lavorava saltuariamente come donna delle pulizie in alcune abitazioni e attività della zona.

Qui la donna è stata raggiunta e ferita dall'ex compagno
Rosa ha parcheggiato la sua auto, una Lancia Ypsilon, nel piccolo parcheggio davanti alla barbieria per iniziare il lavoro nel giorno di chiusura. Lui la stava aspettando per ucciderla. È arrivato all’improvviso davanti al finestrino del lato guida e sollevando una rastrelliera metallica per biciclette ha infranto il vetro con un colpo violentissimo.
Una violenza che ha impietrito la donna per il terrore. Ma era solo l’inizio. Aperta la portiera, ha iniziato a vibrare una decina di fendenti contro la donna, ferendola alla spalla sinistra, alla coscia, mani e braccia mentre lei tentava disperatamente di difendersi coprendo il volto. Ha iniziato a gridare, a chiedere aiuto. Lui forse credeva di averla uccisa e si è fermato improvvisamente per allontanarsi oppure ha visto che stava arrivando della gente e ha desistito. I vicini di casa sono infatti accorsi poco dopo cercando di aiutarla e tamponando le ferite sanguinanti con degli asciugamani.

Era ferita gravemente, ma si è salvata per miracolo perché non sono stati interessati organi vitali. È stata trasferita d’urgenza in autoambulanza all’ospedale di San Donà, ricoverata in prognosi riservata. Non dovrebbe essere in pericolo di vita, anche se è sotto stretta osservazione.
Beato si è allontanato verso casa sua, al civico 37 di via Roma, meno di centro metri di distanza dal luogo dell’aggressione. L’appartamento in cui vivevano assieme prima che lei si trasferisse definitivamente a San Stino. È andato nel garage sotterraneo della palazzina dove ha preso una balestra professionale per il tiro a segno e se l’è puntata alla gola premendo il grilletto con i pollici. Un colpo secco che non gli ha lasciato scampo e ha perforato le vene giugulari. È morto poco dopo. Sul posto sono arrivati i carabinieri di Portogruaro e Mestre, il 118 e i vigili del fuoco per aprire il garage nel quale l’uomo si era chiuso per togliersi la vita.
Le indagini sono ora in corso. I militari dell’Arma hanno raccolto le varie testimonianze sul posto coordinati dalla Procura di Venezia che valuterà nelle prossime ore se disporre l’autopsia sul corpo dell’uomo per ulteriori accertamenti. E appena sarà possibile verrà sentita anche la donna, ora ricoverata a San Donà nel reparto di chirurgia. Beato era stato sospeso dal lavoro nella società di vigilanza privata, la Axitea, in cui lavorava.
La sospensione risaliva a circa 2 mesi fa, quando aveva avuto anche la revoca del porto d’armi dal Prefetto proprio a causa di una denuncia per minacce da parte della moglie. Aveva pertanto dovuto riconsegnare l’arma all’Axitea, società presso la quale lavorava da circa 12 anni. Aveva ancora la balestra a casa, arma in libera vendita seppure mortale, con la quale, ha deciso di farla finita. —
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