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Eraclea, l’odissea infinita del residence: riaperta l’acqua ma solo per i turisti

La situazione riguarda un contenzioso con Veritas per le bollette idriche non pagate da una società

Giovanni Cagnassi
1 minuto di lettura
Il residence Mimose in via Magnolie, a Eraclea Mare 

ERACLEA. Aperta l’acqua dopo cinque mesi al condominio Mimose di Eraclea mare, ma solo in una decina di appartamenti che saranno affittati ai turisti.

La proprietà di questi appartamenti ha pagato quanto dovuto a Veritas e l’acqua è stata riaperta, ma non a chi vive in affitto ed è al centro di vari contenziosi con Veritas, il Condominio la società che ha subaffittato gli appartamenti. Una questione delicata e complessa, che avrà sicuramente strascichi.

Si accende così lo scontro con le circa 20 famiglie che ancora vi risiedono e non hanno acqua corrente, costrette a raccoglierla con le taniche o ad acquistare bottiglie di minerale. Per loro non è più possibile nemmeno accedere alla fontana nella piazza di Eraclea Paese in quanto è stata chiusa proprio in questi giorni. Una situazione sempre più al limite nel condominio, in tutto un centinaio di appartamenti, una sessantina dei quali finiti all’asta a Roma.

L’amministrazione condominiale punta il dito contro Sogeco, società milanese che non avrebbe pagato l’acqua al condominio e con la quale è aperto un contenzioso. Sogeco è la società che aveva affittato da Immobiliare Venezia, nel frattempo fallita, una sessantina di appartamenti poi subaffittati agi attuali inquilini.

Gli stessi che hanno presentato ricorsi e reclami in Tribunale contro Veritas dopo che ha chiuso i rubinetti. Aveva infatti accumulato mancati pagamenti dell’acqua per 52 mila euro. Gli avvocati Brollo e Boscolo sono quelli che hanno presentato l’ultimo reclamo, precisando che l’acqua è bene essenziale e che ci sono anche persone malate.

Nei giorni scorsi il consigliere comunale Danilo Biondi (Vivere Eraclea) si è recato nel condominio per vedere personalmente la situazione.

«Ci sono persone anziane e famiglie con bambini», commenta Biondi, «in una condizione di degrado e senza un bene essenziale come l’acqua. Mi sono scusato a nome del Comune e ho informato i servizi sociali. Nessuno rimane senz’acqua, neppure il peggior carcerato che si è macchiato dei crimini più efferati. Ho proposto che il Comune metta una cisterna d’acqua ora che anche la fontana di Eraclea Paese è stata chiusa».

Chi da 5 mesi vive con la taniche in casa è esausto.

«Non è accettabile che adesso sia aperta l’acqua solo agli appartamenti che saranno affittati ai turisti», commentano, «mentre a noi è stata chiusa persino la fontana in Paese per andare a riempire le taniche in quanto evidentemente diamo fastidio».

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