Più acqua nell’Adige, a Chioggia si pianta il radicchio
Accordo con il Trentino per il rilascio di maggiori quantità dai bacini idrici così da soddisfare anche la zona dell’ortaggio
Elisabetta B. Anzoletti
CHIOGGIA. Più acqua per l’Adige, persa la produzione di radicchio “solo” della prima settimana di settembre. Grazie a un accordo siglato dal commissario per l’emergenza idrica del Veneto Luca Zaia con il Trentino per il rilascio di più acqua dai bacini montani e alla concomitante riduzione del prelievo delle imprese venete a monte dell’Adige, da mercoledì la portata del fiume a valle è aumentata di 20 centimetri, sufficienti per riprendere a irrigare i campi. Di conseguenza da ieri mattina è iniziato il trapianto delle piantine di radicchio, in ritardo sulla tabella di marcia di una settimana.
SOLUZIONE TAMPONE
Rispetto allo scenario drammatico di metà luglio, con le imprese orticole disperate per l’impossibilità di irrigare i campi per la concomitanza di siccità prolungata e risalita del cuneo salino sull’asta dei fiumi, negli ultimi giorni, dopo la presa di posizione delle sigle di categoria, qualcosa pare iniziare a muoversi. Le misure strutturali e risolutive (sbarramenti anti cuneo salino) arriveranno fra qualche anno, ma la contingenza imponeva di trovare soluzioni in tempi immediati per non perdere 600 ettari di radicchio tardivo con una perdita di cinque milioni di euro. Le associazioni di categoria avevano suggerito la collocazione di palancole, la costruzione di dighe o la possibilità di pescare acqua più a monte, ma le strade non sono risultate percorribili.
PRESSING SUL TRENTINO
Le stesse categorie si erano anche lamentate dell’acqua “trattenuta” dal Trentino Alto Adige, premendo perché fossero trovati degli accordi con la regione confinante per far arrivare più acqua a valle. «Il pressing del commissario per l’emergenza idrica ha prodotto dei primi risultati per noi vitali», spiega il responsabile della Coldiretti di Chioggia Silvano Bugno, «Stiamo ricevendo più acqua dal Trentino e sono anche diminuiti i prelievi a monte nelle zone venete. Le due cose insieme, frutto degli ultimi accordi, hanno fatto sì che da mercoledì il livello dell’Adige sia aumentato di 20 centimetri.
SI PIANTANO RADICCHIO E CAROTE
Il Consorzio ha ripreso l’attività irrigua e le nostre imprese hanno iniziato a trapiantare le piantine di radicchio e a seminare le carote. Cose impossibili fino a poche ore fa perché avremmo piantato sul deserto e quindi sarebbero stati sforzi inutili. Iniziando con una settimana di ritardo, in sostanza perderemo la produzione di radicchio della prima settimana di settembre, ma se le cose continuano così da lì in poi dovremmo avere radicchio in modo continuo e regolare».
Nei giorni scorsi Zaia è intervenuto per chiedere, in generale, che non ci siano sprechi d’acqua, ma anche per insistere sulla necessità della regimentazione degli invasi, lamentando però l’ostruzione di quelli montani a causa dei detriti depositati e auspicando che con i fondi del Pnrr si possa investire sulla pulizia per fare in modo che l’agricoltura «utilizzi forme di canalizzazione non colabrodo che creano una dispersione di risorse paurosa». Un grosso aiuto negli ultimi giorni è arrivato da Trentino e Alto Adige che hanno deciso di allentare la morsa sui “rubinetti” per garantire la continuità dell’approvvigionamento di acqua potabile in Veneto.
LIVELLO EMERGENZIALE ALTO
Nei giorni scorsi, in occasione della riunione dell’Osservatorio per gli utilizzi dell’acqua nel bacino idrografico delle Alpi Orientali, che coinvolge Friuli Venezia Giulia, Veneto, Trentino e Alto Adige, è stato dichiarato il livello di emergenza idrica “alto”, adottando nuove misure che si sono rilevate importanti anche per le zone a valle.
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