In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

Rifiuti, Tari non pagata: la veneziana Veritas va a caccia di oltre venti milioni

Sono soprattutto di bollette recapitate alle aziende. Tredici milioni sono relativi al periodo tra il 2016 e il 2018

F.Fur.
2 minuti di lettura

Rifiuti a Venezia

 

VENEZIA. Veritas va a caccia delle bollette non pagate. Più di venti milioni di euro che la società di servizi cercherà di far rientrare in cassa, anche se sarà difficile riuscire a recuperarli tutti. A dare i dati, ieri mattina, sono stati il direttore generale di Veritas, Andrea Razzini e i suoi collaboratori, nell’incontro che, in commissione, hanno avuto con i consiglieri comunali per discutere del piano economico finanziario della società. L’intervento di Veritas si muove su due fronti.

Da un lato le ingiunzioni per omessa o infedele denuncia della Tari che riguardano persone che non hanno mai pagato oppure hanno dichiarato meno metri quadrati di quelli di cui dispongono, o ancora una classe di attività o un uso diverso da quello reale.

Per questi casi sono state emesse ingiunzioni di pagamento per 7,5 milioni di euro di cui oltre 5 relativi a imprese. Per ora è stato incassato il 10%, circa 750 mila euro, ma l’obiettivo, entro la fine dell’anno, è di arrivare almeno a 1 milione e mezzo di euro, quanto era stato previsto.

Per quanto riguarda l’omesso pagamento della Tari sono proprio in questi giorni in fase di emissione una serie di ingiunzioni per oltre 13,2 milioni di euro di cui 9,7 riguardano utenze non domestiche e quindi imprese. In questo caso si tratta di crediti già contestati con avviso di accertamento notificato negli anni precedenti. Ingiunzioni già notificate e accertate, relative agli anni 2016-2017-2018. Ingiunzioni fino ad ora bloccate dalle norme volute dal governo per affrontare, anche dal punto di vista economico, l’emergenza Covid.

In alcuni casi, per andare incontro a imprese o famiglie in difficoltà, sono previsti piani di rateizzazione che permettono ai debitori di saldare quanto dovuto anche in dieci anni. È anche così che l’azienda sta cercando di far quadrare i conti sui quali incidono, oltre alla nuova normativa di bilancio prevista dall’Arera (con ripercussioni sulle bollette degli utenti, e incrementi che dall’anno prossimo potranno, in alcuni comuni, superare il 6%) anche l’aumento dei costi dell’energia ma soprattutto dei carburanti.

«L’azienda ha circa mille mezzi», ha spiegando Veritas, «e di questi circa 30 vanno a biometano, permettendo di contenere i costi, abbiamo necessità di cambiarne altri ma ci vorrà del tempo, anche perché oggi sul mercato è molto difficile trovare mezzi a biometano».

Se i costi dell’energia sono contenuti, ha aggiunto Razzini, è perché Veritas la produce attraverso la linea già in funzione del termovalorizzatore di Fusina mentre «per l’attivazione della seconda linea ci vuole un po’ di pazienza, bisognerà aspettare 2 o 3 anni».

Si potrebbe, come ha chiesto il consigliere del Pd, Emanuele Rosteghin, pensare di passare anche a Venezia, dalla Tari alla Tarip (la tassa sui rifiuti puntuale), come già accade in altri comuni? Molto difficile e assai improbabile per Venezia, per la sua specificità, possibile per Mestre.

I commenti dei lettori