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Rifiuti, ecco i nuovi rincari in bolletta in 44 Comuni veneziani: dal 2022 aumenti previsti fino al 6,6 per cento

Questa la ricaduta su Tari e Tarip nei 44 Comuni veneziani per i nuovi metodi di calcolo. Interviene l’Ente di bacino

Mitia Chiarin
2 minuti di lettura

MESTRE. Di una cosa c’è da essere certi: in questo 2022 segnato da guerra, inflazione e crisi energetica, la tassa sui rifiuti nei 44 Comuni del Veneziano, più Mogliano, è destinata a nuovi rincari.

«Ma rispetto ai costi di gas e luce, cresciuti del 20%, la tassa rifiuti resta la più bassa», avvisa Claudio Grosso, presidente dell’Autorità di bacino e sindaco di Quarto d’Altino che con i suoi tecnici cerca di fare una operazione chiarezza sugli aumenti imposti dai conteggi dell’Arera, Autorità nazionale di regolazione di energia, reti e ambiente.

Dopo l’applicazione nel 2021 dei primi ricalcoli dell’algoritmo del 2019, arriva un secondo metodo tariffario, valido tra 2022 e 2025. Che produce nuovi aumenti per il cittadino che ha tanti motivi per cui lamentarsi: essere virtuosi, rispettando le norme della raccolta differenziata e riducendo il secco, non produce i promessi sconti in bolletta.

Consola il fatto di poter agire, con maxi multe, contro gli inquinatori: da quanti conferiscono male i rifiuti a chi crea discariche abusive. Il malcontento serpeggia anche tra sindaci e assessori alle prese con aumenti, controproducenti sul fronte del consenso elettorale.

Cosa succede

Il tetto massimo dell’incremento per gli anni 2020 e 2021 è stato fissato al 6,6% e in alcuni comuni si è vista una diminuzione dei canoni in bolletta; altri hanno avuto invece un aumento nelle annualità successive in media fra il 3 e il 5% complessivo. Ora ci sono i conguagli. Per i Comuni con costi che superano il 6,6% di aumento, l’aumento è spalmato in un periodo superiore ai 3 anni. Spiega l’Autorità di bacino: «Non tutti i 45 Comuni avranno per i propri utenti gli stessi conguagli». Dipende se si applica il regime Tari o la tariffa puntuale (Tarip). Nel Veneziano ci sono 18 comuni con Tarip e 27 con la Tari. Alcuni Comuni hanno ridotto l’aumento con operazioni di bilancio.

La polemica

Il leghista Grosso comprende il malcontento che dilaga tra i colleghi sindaci ma avvisa: «Comprendo la motivazione politica di alcune prese di posizione contrarie agli aumenti tariffari, ma qui si parla di bene comune, le bandiere e i partiti devono restare fuori». E difende le decisioni dell’Arera. «Lo Stato è intervenuto correttamente per uniformare l’intero settore garantendo la piena sostenibilità della raccolta dei rifiuti, l’incentivo è quindi migliorarla per abbattere i costi per le amministrazioni e i cittadini». Laddove si sono verificati aumenti è perché il sistema non era in equilibrio. Grosso conclude: «L’invito ai colleghi è quello di rispettare i ruoli, senza fare scatti in avanti per coprire lacune dei propri enti o per far sentire la propria voce alla ricerca di visibilità perché le decisioni e i processi sono collettivi. Non bisogna avere paura di spiegare i cambiamenti e dialogare con i cittadini, ma con Arera è solo il Consiglio di Bacino che deve parlare, con la voce dei Comuni».

informazioni sul sito

Sul sito dell’Autorità di bacino è stata pubblicata una lunga nota informativa per i cittadini. L’impatto del secondo metodo tariffario si conoscerà nei dettagli, dalla fine di agosto. Vale dal 2022 al 2025. E nel nuovo conteggio finiscono anche i costi legati al miglioramento della qualità del servizio, secondo standard uguali su tutto il territorio nazionale, come la presenza di un numero verde di assistenza 24h su 24 e la gestione della raccolta degli ingombranti a domicilio. «L’incremento tariffario è stato contenuto nel tetto del 6,6% per gli anni 2020 e 2021 e variabile tra il 6,2% e il 6,6% per gli anni 2022-2025», dicono dal Consiglio di Bacino alle prese con i calcoli, decisamente complicati, delle entrate tariffarie dei servizi di raccolta e smaltimento rifiuti urbani dei gestori Asvo (11 Comuni) e Veritas, (34 Comuni).

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