Oggetti per la cura del corpo, vasellame e strumenti in bronzo nel fondo di una cloaca: le nuove scoperte negli scavi di Altino
Gli archeologi hanno individuato una infrastruttura a volta che si suppone faccia parte del sistema fognario dell’antica città. Mercoledì 20 un evento (su prenotazione) per ammirare reperti e strutture

La cloaca di recente scoperta negli scavi di Altino
ALTINO. Un’infrastruttura a volta (di cui sono rimaste alcuni mattoni d’attacco) con spallette, anche quelle in mattoni alte un metro e mezzo ben visibili e una pavimentazione di lastroni di trachite. Sul fondo oggetti di uso quotidiano, pettini, oggetti in osso per la cura del corpo, vasellame da mensa e piccole lucerne decorate. Dal “nuovo” lotto di scavi ad Altino iniziati in marzo, condotti sul campo dalla società cooperativa Petra di Padova e diretti dal Museo in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna, sono emerse delle scoperte inaspettate: in particolare le basi molto ben conservate di una struttura imponente, una cloaca, probabilmente costruita nello stesso periodo in cui la città si ampliò, interrando il canale con l’accesso acqueo.
La struttura, che si trova 3 metri sotto terra rispetto al piano campagna (il livello del terreno in cui si cammina oggi), è probabilmente parte dello stesso sistema fognario, già in parte emerso diversi decenni fa, nella zona a nord oltre l’anfiteatro. «Il manufatto», spiega Marianna Bressan, direttrice del Museo nazionale e Area archeologica di Altino (Direzione regionale Musei Veneto), «ha una dimensione imponente, quindi si tratta sicuramente di un sistema fognario pubblico predisposto secondo un preciso disegno urbanistico, non di un piccolo fognolo di scarico dalle abitazioni private. Il livello di conservazione è molto buono e ci dice molto della pianificazione urbanistica dell’epoca».
Oltre alla struttura, ha un valore importante anche ciò che in essa è contenuto: vasellame da mensa, fine o grezzo, vasellame da cucina, lucerne, oggetti in osso per la cura del corpo, frammenti in vetro, piccoli strumenti in bronzo, pezzi di attrezzi da artigiani (come ad esempio un manico di mannaia) finiti nella fognatura attraverso gli ampi tombini dell’epoca.

Una lucerna trovata sul fondo della cloaca assieme ad altro materiale
Tutte queste scoperte, che in futuro non rimarranno a vista, saranno osservabili in un’occasione speciale: l’incontro di «Scavi Aperti», l’iniziativa di archeologia pubblica promossa dal Museo di Altino e che si terrà per il pubblico mercoledì 20 luglio alle 16 (Evento su prenotazione: 0422 789443). Durante l’incontro con il pubblico, oltre alla visita della ditta Petra, società cooperativa di Padova delle indagini archeologiche nell’area residenziale augustea verrà proposta anche una visita agli scavi di Campo Rialto dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, Progetto «Alla ricerca di Altinum».
«Gli scavi di Altino riservano sorprese, scientificamente e qualche volta anche dal punto di vista dei monumenti e dei reperti che restituiscono», dice Bressan, «Per il futuro quindi ci auguriamo di continuare a scavare, qui, nelle altre aree demaniali, e non soltanto perché Altino è ancora tutta da scoprire e perché la ricerca, che in archeologia significa soprattutto scavo, è il fondamento e la base per la valorizzazione del patrimonio archeologico».
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