Venezia, canale maleodorante a Malamocco: proteste dei residenti
Mancato ricambio d’acqua e alghe in putrefazione. Gli abitanti esasperati costretti a chiudere le finestre
Eugenio Pendolini
Il gruppo di residenti di Malamocco, riuniti per protestare contro il canale stagnante nel borgo
VENEZIA. A vederlo, potrebbe sembrare uno stagno. Acqua immobile, nessun accenno di corrente. Anche il colore, marrone torbido, tutto richiama fuorché il verde della laguna. Ma è l’odore, giurano i residenti, il vero problema. Nauseante in certi periodi del mese al punto di dover chiudere le finestre anche nelle giornate più afose. Colpa delle alghe putrefatte che emanano odori sulfurei.
Così ora i residenti del borgo di Malamocco hanno deciso di dire basta e di avvisare le autorità competenti per un problema che si trascina da troppo tempo. Già perché la situazione del tratto di canale che collega il rio Strocca con il rio Squero è diventata ormai insopportabile. «Le acque sono sempre più torbide», denuncia Salvatore Lihard, residente a Malamocco e portavoce del Comitato Ambientalista Altro Lido, «ma nelle ultime settimane la situazione si è fatta ancora più grave dal momento che continua a non piovere a sufficienza».
Il problema è stato sotto gli occhi dei tantissimi, tra veneziani e turisti, che nell’ultimo settimana hanno partecipato in massa alla festa della Madonna di Marina, tradizionale appuntamento estivo del borgo tornato quest’anno dopo lo stop imposto dalla pandemia. Non solo. Secondo i residenti, sono stati diversi i proprietari di imbarcazioni che una volta arrivati in quel tratto di canale hanno deciso di fare marcia indietro e di trovare uno specchio d’acqua più decoroso.
Il problema, segnalano i residenti, ha radici che affondano negli anni passati quando il borgo di Malamocco venne interamente riorganizzato e riprogettato. «Questo guaio progettuale era già stato segnalato durante la fase di riqualificazione del borgo», spiega Lihard, «c’era infatti il rischio che questo anfratto diventasse una pozza stagnante». A dire il vero, l’unico strumento per garantire un ricambio dell’acqua è una pompa idraulica che collega il rio terà alla laguna. «Ma è stata messa in funzione poche volte negli ultimi vent’anni», aggiungono i residenti. E così nel frattempo la vegetazione di alghe è proliferata, con annessa fermentazione, odori forti e morìa di pesci asfissiati. «Chiediamo un monitoraggio costante delle acque», conclude Lihard, «insieme alla messa in sicurezza del canale, all’attivazione della pompa e all’eliminazione del carico inquinante. Siamo pronti a scrivere ad Arpav, Usl e Provveditorato: questa situazione è inaccettabile».
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