Apre il cancello di casa al Lido di Venezia, aggredito da un amstaff insieme al suo cagnolino
Entrambi hanno riportato numerose e profonde ferite, senza contare il terrore di quei momenti. "Non era un cane, ma una belva", racconta Paolo De Grandis. I vicini si sono svegliati e nel frattempo è stato chiamato il 118 e la Polizia di Stato.
vera mantengoli
VENEZIA. Hanno rischiato di finire sbranati da un Amstaff che, senza guinzaglio, girava di notte per il Lido. Il cane si è fiondato con ferocia su un cagnolino e sul suo padrone. Entrambi hanno riportato numerose e profonde ferite, senza contare il terrore di quei momenti e l'angoscia di riviverli.
Le vittime sono il curatore Paolo De Grandis e il suo piccolo Jack Russiel Terrier conosciuto da tutti come Bruno Mercedes. Pur di difenderlo il padrone oggi ha entrambe le braccia doloranti e fasciate, nonché gambe, torace e schiena piene di morsi lasciati dall'Amstaff. Bruno Mercedes invece, salvato per l’intervento miracoloso del veterinario Luca Perale, dovrà subire numerose operazioni dopo i violenti morsi alla parte posteriore del corpo. Lunedì l’avvocato Ugo Bergamo querelerà il padrone dell’Amstaff.
«Non era un cane, ma una belva» racconta De Grandis, immobile dal dolore nella sua casa di San Nicolò. «Verso mezzanotte stavo uscendo di casa per accompagnare una persona al vaporetto. Appena ho aperto il cancello quel cane inferocito si è catapultato su Bruno Mercedes, prendendolo da dietro». Da quel momento ogni secondo è stato un inferno.
«Prima che il suo padrone arrivasse ho cercato di liberare il mio cagnolino, ma sono stato ripetutamente morso ovunque. Poi quando è arrivato lui cercava di tenere la bocca del suo cane aperta e io di togliere la testa del mio dalle sue fauci». I vicini si sono svegliati e nel frattempo è stato chiamato il 118 e la Polizia di Stato. La lotta però è finita soltanto quando De Grandis ha dato un colpo in testa al cane con un attrezzo. Solo a quel punto l'Amstaff ha allentato la presa e il padrone gli ha rimesso il guinzaglio.
«Se ne stava per andare e gli ho detto che da lì non si muoveva fino a quando non sarebbe arrivata la Polizia e così è stato» racconta De Grandis. «Grazie al veterinario Perale, Bruno Mercedes si è salvato, ma è in condizioni terribili e sta soffrendo tantissimo. Io sono a pezzi, ho dolori ovunque, ma sono soprattutto sconvolto dal fatto che questa belva è entrata a casa mia, nella mia proprietà dove ci si sente in genere protetti». Poteva finire in una tragedia. «A giorni dovrebbe nascere la mia nipotina» prosegue De Grandis. «E se ci fosse stato un bambino? Sarebbe di sicuro morto perché quel cane voleva uccidere. Io non ho mai visto una ferocia tale e sono sconvolto anche dal fatto che qualcuno lo possa lasciare libero».
La storia di Bruno Mercedes aveva commosso l’Italia da Nord a Sud, come raccontano le cronache del 2015. «Lo hanno trovato in Puglia abbandonato e legato a un palo. Un’amica me ne ha parlato e ho deciso di accoglierlo. Abbiamo sfruttato un autista che veniva a Venezia in Mercedes per portarlo qui e da quel giorno siamo inseparabili».
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