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La “Casa dell’energia” per gli studi “green”, al Levi-Ponti di Mirano il laboratorio del futuro

Inaugurata sabato la struttura sostenuta da istituzioni, Unione Europea e 36 aziende locali. Presentati anche i progetti degli studenti, con tanto di scena del crimine “modello Csi” per l’analisi del Dna

Massimo Tonizzo
2 minuti di lettura

La "Casa dell'energia" inaugurata all'istituto Levi-Ponti (foto Pòrcile)

 

MIRANO. Giornata di presentazione dei progetti didattici finalmente in presenza per l’istituto Levi-Ponti di Mirano, che al tradizionale Expo con i lavori degli alunni, ha affiancato sabato l’inaugurazione dell’attesa “Casa dell’energia”. Avrà sede all’istituto di Mirano, dunque, la nuova realtà simbolo della transizione energetica. All’istituto tecnico il taglio del nastro, all’interno della cittadella scolastica, della “Casa dell’energia”, progetto covato per oltre dieci anni e realizzato grazie alla collaborazione attiva di cinque scuole del territorio, Città metropolitana di Venezia, Comune di Mirano, Ministero dell’Istruzione, Unione Europea, ben 36 aziende sponsor e decine di imprese realizzatrici e con il contributo scientifico del dipartimento di Fisica tecnica dell’Istituto Universitario di Architettura di Venezia e dell’Istituto per le Tecnologie per la Costruzione del Cnr di Padova.

Si tratta di un laboratorio di studio innovativo, come hanno spiegato la dirigente scolastica Maria Luisa Favaro e gli insegnati durante la prima vista, che sarà dedicato, con le sue tre aule e le altre strutture presenti all’interno, allo studio di energie rinnovabili, efficienza energetica ed idraulica e resilienza per combattere il cambiamento climatico e ridurre la dipendenza dalle fonti fossili. Il laboratorio presenta funzioni innovative in tutti i suoi componenti a partire dalle superfici, composte da dieci materiali diversi accoppiati a isolanti per il cappotto termico, tutte ispezionabili e dotate di sonde termiche, per passare poi agli impianti di climatizzazione, tutti a vista con l’impiego sperimentale di biomasse in caldaia, fino alla gestione delle acque piovane che dal tetto vengono raccolte, convogliate in un’apposita cisterna e riutilizzate per i servizi igienici, per irrigare il giardino ma anche come fonte energetica per una pompa di calore idronica.

«Un progetto importante per tutto il territorio», ha commentato la sindaca di Mirano Maria Rosa Pavanello, «che la scuola ha fatto diventare realtà con impegno e perseveranza, nonostante il periodo difficile che speriamo sia ormai passato. La “Casa dell’energia” finalmente vede la luce ed è il compimento di un percorso che ha portato negli anni il Levi-Ponti ad essere un vero e proprio punto di riferimento per l’istruzione provinciale».

La presentazione, con tanto di scena del delitto, per il progetto di studio del Dna (foto Pòrcile)

 

Intanto, mentre nell’aula si festeggiava, nel cortile avveniva... un delitto con intervento “all’americana” di Csi e tanto di sagoma disegnata a terra dell’ucciso, una insegnante dell’istituto. Nessun fatto di cronaca, ovviamente, ma solo il più spettacolare dei progetti presentati come laboratorio di fine anno dagli alunni della scuola. Così, tra prototipi perfettamente funzionanti di cancelli automatizzati a distanza e soluzioni chimiche per riutilizzare l’olio esausto, ecco anche il progetto, con tanto di identikit dei sospettati alle pareti e camici bianchi in azione, per distinguere il Dna lasciato sul luogo di un delitto.

"Così abbiamo realizzato il biodiesel partendo dall'olio per cucinare"

«Dopo due anni per fortuna torniamo a mostrare quello che i ragazzi creano nei nostri laboratori», dice Fabiano Domenico, docente responsabile del laboratorio di chimica, «La nostra formazione garantisce un futuro a questi ragazzi non solo dal punto di vista lavorativo, con moltissimi che trovano impiego non appena usciti dalla scuola, ma anche per proseguire con la carriera di ricerca all’università». A proposito: l’analisi del Dna non ha lasciato dubbi. L’omicida (tutto per scherzo, ovviamente) è la preside. L’alibi della conferenza stampa in contemporanea non ha retto alle prove schiaccianti degli studenti. 

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