Droni, il centro storico di Venezia è una grande no fly zone, ma in molti lo ignorano
Per usarli serve una serie di permessi e autorizzazioni. Come dimostra lo schianto al Ducale non tutti lo sanno
Carlo Mion
VENEZIA. Il silenzio e il deserto da pandemia ha portato decine di “piloti” di droni a Venezia. Di giorno e di notte i quadricotteri, il loro vero nome tecnico, hanno sorvolato la città che rimane una delle principali mete degli appassionati di foto e video fatti dal cielo.
Molti continuano a farlo ancora oggi con calli e campi ritornate a brulicare di turisti. In gran parte si tratta di “piloti” non in regola, che non ha alcuna autorizzazione e manca pure di patentino. Tra questi ci sono turisti che dichiarano di non sapere dell’esistenza di regole ben precise per questa attività.
Come dimostra l’episodio dell’altra sera del drone finito contro Palazzo Ducale. Non è semplice, per chi desidera realizzare foto e video dal cielo, ottenere l’ok. Venezia va ricordato è una “no fly zone”, con alcune aree considerate obiettivi sensibili alla stregua degli aeroporti o basi militari. Per volare in aree come la nostra città, bisogna avere un “patentino” A2.
La legge prevede tre livelli di formazione per piloti di droni. Il secondo livello consente di pilotare il drone in “operazioni” cosiddette critiche. Prima di scegliere la data del volo va verificato che, sull’area individuata, quel giorno non siano previste manifestazioni. Nel caso c’è il divieto del sorvolo. Se invece lo zona è libera si fa una richiesta al ministero di Grazia e Giustizia e all’Enac, almeno 15 giorni prima della data prevista. Nella richiesta - si presenta scaricando un modulo dal sito di Enac - deve essere spiegato il motivo del volo e indicato il luogo. Attraverso verifiche fatte in Prefettura arriva la risposta di Enac tramite Enac Nordest.
Importante è indicare il motivo del volo. Se viene citato il solo motivo ludico la risposta sarà sicuramente no. Riprese video e fotografiche a scopo documentaristico sono accettate. Nell’organizzare il volo è fondamentale verificare, attraverso carte aeree, che sono disponibile per la consultazione sul sito Di-Flight, se non vi siano divieti particolari. A Venezia ci sono punti che sono “protetti” dal regolamento che riguarda aeroporti e basi militari: le due carceri, l’eliporto dell’Ospedale Civile, l’area destinata a eliporto dell’isola di Crevan, le due bocche di porto e l’aeroporto del Lido. Per volare nell’area di “protezione” adiacente a questi luoghi bisogna presentare la richiesta almeno 35 giorni prima della data individuata. Tutti i droni che si alzano in volo devono essere assicurati.
Naturalmente il pilota deve rispettare delle regole come ad esempio non volare sopra alle persone, verificare sulle carte le zone vietate e garantire sempre le misure di massima sicurezza rispetto al luogo.
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