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Quarta dose anti Covid, non decolla la campagna a Venezia: vaccinato solo il 15 per cento

Appello dell’Azienda sanitaria e dell’Ordine dei medici: «Fidatevi dei professionisti». L’Usl chiama a casa gli over 80

ALBERTO SANAVIA
2 minuti di lettura

VENEZIA. Quarta dose, dopo un mese l’adesione è solo al 15%. Non decolla la campagna “second booster” per la copertura al covid che interessa over 80, ospiti dei presidi residenziali per anziani e persone over 60 con elevata fragilità.

A poco più di un mese dal suo avvio, l’Usl 3 ha comunicato che l’adesione è ancora bassa. Già allora i veneziani pronti alla quarta dose erano quasi 46 mila, ai quali si sono aggiunti quasi 4 mila vulnerabili tra i 60 e 79 anni. Tutti questi soggetti sono eleggibili in quanto hanno fatto la terza dose (o la seconda più malattia) e sono comunque trascorsi 120 giorni dall’ultima somministrazione. I vaccini ci sono, sono disponibili oltre 8 mila dosi settimanali per l’Usl 3, ora si stanno chiamando le persone interessate una a una.

Un ruolo chiave nella comunicazione è quello dei medici di base. «Tutte le indicazioni del Ministero sono fatte sulla base di lavori scientifici accurati», dice Giovanni Leoni, presidente dell’Ordine dei medici di Venezia, «ed è sempre stato così per tutti i vaccini. Il ruolo dell’Ordine è quello di tutelare anzitutto i cittadini e quindi dico a tutti di fidarsi dei professionisti. La necessità d’una informazione capillare per i pazienti più a rischio è stata chiesta anche col contributo dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta.

Per loro si tratta però di un lavoro mostruoso, per cui è necessario che questi medici abbiano bisogno di un supporto amministrativo che troppe volte manca. Dall’inizio della pandemia, il tempo impegnato nel lavoro burocratico è passato dal 40% all’80%. Serve quindi un aiuto ai medici, già carenti come numero, per permettere loro di svolgere la professione per cui hanno studiato e supportarli con personale che ne allevi le incombenze burocratiche».

Ma il tema vaccinazione interessa in generale anche gli over 50 che dal primo febbraio al 15 giugno li obbliga non solo a fare la prima dose, ma a completare il ciclo vaccinale. Se l’adempimento non è considerato un requisito fondamentale per l’esercitazione di tutte le attività lavorative, in ambito Usl 3 sono circa 20 mila i veneziani che ancora non hanno chiarito la loro posizione, oltre ai 9 mila in ambito Usl 4.

Ministero della Salute e Agenzia delle Entrate stanno facendo recapitare le lettere. Solo una volta accertata la reale motivazione della mancata copertura, coloro che non hanno le giustificazioni per dimostrarne i motivi della mancata vaccinazione, allora ricevono un’ulteriore comunicazione con la sanzione da 100 euro, da pagare entro 60 giorni o per ricorrere al giudice di pace.

«Il green pass ha avuto un ruolo estremamente importante», dice Leoni, «perché la stragrande maggioranza delle persone ha rispettato gli indirizzi civici e ottemperato alle regole. La sanzione ha un impatto educativo molto meno impattante e di certo non saranno 100 euro di sanzione a far cambiare idea a chi non vuole il vaccino».

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