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Sandra Z, motonave di Venezia simbolo dello spreco. Nessuno la vuole, finirà alla demolizione

Alla fine degli Anni Novanta costò sei miliardi di vecchie lire. C’è chi propose di farla diventare un museo

eugenio pendolini
2 minuti di lettura
La motonave Sandra Z, ormeggiata a Sant’Elena da qualche settimana a questa parte 

VENEZIA. Costò a fine anni ’90 oltre sei miliardi di lire. Usata per pochi anni - alle spalle anche qualche incidente - da punta di diamante supertecnologica si trasformò ben presto in un costosissimo flop. Tant’è che in disarmo dal 2009. Ora la motonave Sandra Z è pronta ad essere demolita.

Così recitava infatti l’avviso pubblicato a inizio anno dalla Capitaneria di Porto. Ora, scaduti i termini di due mesi e senza nessuna manifestazione d’interesse, anche Avm-Actv è pronta a pubblicare un altro avviso simile per capire se ci sia o meno qualcuno intenzionato a rilevarla e magari a destinarla ad un uso alternativo.

Una procedura lunga e complessa, ma quel che è certo è che siamo arrivati all’ultimo step prima che la fantomatica motonave degli sprechi (dotata di un nuovo sistema propulsivo azimutale e priva quindi di timoni) passi a miglior vita.

Nei giorni scorsi, in città sono arrivate anche le telecamere di Striscia la Notizia per riallacciare il filo di un discorso iniziato ormai diversi anni fa, quando cioè ormai era evidente che la Sandra Z (che sta per Zennaro, dal nome del primo Capitano donna) non avrebbe più solcato le acque della laguna.

Nei mesi scorsi non era mancato chi come il sindacalista Giampietro Antonini di Cub Trasporti si era detto contrario alla demolizione. Una delle proposte era quella di utilizzarla come «spazio espositivo museale della storia della navigazione» in laguna, anche per evitare lo spreco di altri soldi pubblici per disfarsene.

Per Antonini, la motonave si potrebbe utilizzare per realizzare una mostra galleggiante dove ospitare «modellini dei mezzi di navigazione in possesso di Actv e altri manufatti e materiale marinaro tipico di Venezia. Magari ormeggiandola all’Arsenale, altro luogo simbolico della città, che a fine maggio ospiterà il Salone Nautico.

Ferma per anni al Tronchetto, da un paio di mesi a questa parte la Sandra Z è stata in realtà spostata a Sant’Elena. Vicino, casualmente, a un altro storico mezzo della flotta Actv. La cui demolizione è stata però scongiurata nell’ottobre dello scorso anno. Risalente agli anni ’30 e coetanea delle gemelle Altino, Aquileia ed Eraclea, il mezzo a ottobre era pronto ad essere demolito. In quell’occasione, associazioni come il Forum Futuro Arsenale si erano mosse con una raccolta firme a difesa di un pezzo di storia del trasporto locale. La richiesta alla Sovrintendenza era di intervenire urgentemente per riconoscere la motonave come bene di interesse storico ai sensi del codice dei beni culturali.

In quell’occasione, l’azienda e l’amministrazione comunale avevano fatto marcia indietro decidendo di salvare la Concordia e proponendone il recupero e la valorizzazione. Il Comune si era impegnato per la ricerca di investitori privati sia per lo studio di spazi ed iniziative volte al recupero ed alla valorizzazione di questo pezzo di storia del trasporto pubblico lagunare. Per il momento però, come fa sapere Actv, manifestazioni concrete d’interesse non sono arrivate. E così anche per la motonave Concordia l’ipotesi di una demolizione non è così remota.  

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