Mose, attacco di Zincone alla Commissaria Spitz: «La manutenzione non è mai iniziata»
L’ex Provveditore critica nei confronti della Commissaria. «Le paratoie vanno sostituite ogni 5 anni, sono lì da 10»
ALBERTO VITUCCI
VENEZIA. «La manutenzione del Mose non è mai partita. E ci vorrà un altro mese e mezzo per riavviare i cantieri. Un altro mese e mezzo che si aggiunge a un tempo irragionevolmente lungo». Cinzia Zincone di Mose se ne intende. Fino al luglio del 2021 è stato il Provveditore alle Opere pubbliche, rimossa per decisione del ministero ora oggetto di un ricorso in Tribunale, negli anni precedenti, fin dal 2011 dirigente del Magistrato alle Acque con responsabilità sulla grande opera. Passando indenne anche dallo scandalo tangenti.
A un certo punto è stata nominata la commissaria straordinaria Elisabetta Spitz, al vertice del ministero è arrivata Ilaria Bramezza. Zincone è stata allontanata, anche per un’intervista in cui criticava a fondo l’operato del commissario.
Da allora non c’è più un dirigente effettivo al vertice del Provveditorato. E i lavori si sono arenati. Annullata anche la gara sulla manutenzione, già assegnata a Fincantieri (concorrente unico) nel luglio dell’anno scorso.
Zincone ora contesta alcune affermazioni della commissaria Spitz. «Il commissario parla di manutenzione ogni dieci anni», dice, «ma si tratta di un dato giocato sulla qualifica di “straordinaria”. In realtà le paratoie da progetto devono essere sostituite ogni cinque anni. E com’è noto la barriera di Treporti è sott’acqua dal 2012».

Anche il piano di manutenzione, secondo Zincone, non è stato fatto. E anche questo è tra gli incarichi del commissario, come da decreto di nomina del novembre 2019.
Infine, i ritardi. L’ex provveditore non ci sta ad essere accusata dei ritardi. «Un anno e mezzo di inattività, non ancora conclusa», dice, «come sopravvive quel tessuto imprenditoriale veneziano che è il principale cliente del Mose?».
Polemiche che non si fermano. Mentre in Parlamento sono giacenti interrogazioni al ministro Giovannini presentate da gruppi diversi, come i Cinquestelle, Azione, Italia Viva e Alternativa. Quest’ultima, con la parlamentare veneziana Arianna Spessotto, ha chiesto la revoca dell’incarico ai commissari Spitz e Miani, il “liquidatore” del Consorzio.
Spitz ha incontrato per la prima volta i giornalisti, tracciando un bilancio della sua attività. «Abbiamo sollevato il Mose 33 volte», dice, «e questo è un risultato. La manutenzione costerà 63 milioni l’anno, i cantieri saranno restituiti ai Comuni».
Ma i costi sono in aumento. A cominciare da quelli delle materie prime, per cui le imprese hanno già chiesto un aumento del 20 per cento, e dell’energia. Tra le ultime proposte del commissario anche quella di realizzare pannelli fotovoltaici sul cantiere di Santa Maria del Mare.
«No, lì bisogna ripristinare la spiaggia», dice Gianfranco Bettin. Che sulla manutenzione non ha dubbi. «I costi di gestione saranno altissimi, la manutenzione del Mose è il suo punto debole. E soprattutto non è mai stata risolta la compatibilità delle dighe mobili con il ricambio della laguna e la portualità. Siamo al paradosso. Se il Mose non funziona dovremo tenerci le acque alte, perché le altre opere non sono mai state fatte. Se funziona, con l’aumento del livello del mare dovremo alzarlo una volta al giorno. Con gravi ripercussioni per l’ambiente lagunare e per l’attività portuale».
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