L’Umana si scuce il tricolore dalle maglie. Le lacrime di Thornton
Niente da fare, energie al lumicino: la squadra di Mazzon non difenderà lo scudetto conquistato l’anno scorso
Michele Contessa
MESTRE. L’Umana abdica, Virtus alla prima finale scudetto femminile: la fotografia della partita è il pianto a dirotto di Kayla Thornton seduta in panchina dopo il quinto fallo. Gianolla in trionfo, l’unica col cuore orogranata felice al Taliercio. Segafredo con la panchina più lunga, L’Umana abdica e si scuce il tricolore dalla maglia. La Segafredo Bologna vince gara-3 e si qualifica per la finale.
Reyer che ha reagito quando era troppo tardi. Zandalasini o Turner? No, è stata la serata di Sabrina Cinili (14 punti, 4 rimbalzi, 4 assist),doppia doppia (10+10) di Turner, mentre Thornton ha chiuso con 16 punti, pesa l’1/7 di Anderson (10 punti, 8/8 dalla lunetta). Reazione tardiva, Ndour condizionata dai falli, con più lucidità l'aggancio non era impossibile, seppur iniziata sul -16, l'Umana saluta il tricolore. Mazzon sempre senza Pan, ma questa non è una novità, Gianolla recupera Zandalasini, uscita dolorante da gara-2.
Thornton ingabbia Zandalasin e si scatena in attacco, l’esuberanza fisica dell’ala americana scompagina le alchimie tattiche di Gianolla. Turner fallisce due “rigori”, Ndour commette due falli in 2’, Mazzon spedisce in campo Ndour. Thornton infila i primi 8 punti dell’Umana (8-4), controllando Zandalasini e Turner, le orogranata si “perdono” Cinili (9 punti in 7’10”), che fa scappare la Virtus (10-15). Mazzon deve rischiare Ndour sostituendo Madera, anche Anderson non riesce a entrar in partita. Umana sulle spalle di un’incontenibile Thornton (13 punti su 15), che carica anche di falli le avversari, ricucendo lo strappo della Segafredo (10-17), poi è Bestagno a infilare sulla sirena il canestro del -3 (17-20), la differenza la fanno le triple (0/4 Venezia,2/5 Bologna).
Terna arbitrale nel pallone in avvio di secondo quarto, quando la partita si accende in campo: dall’antisportivo fischiato a Ndour dopo il terzo fallo ai passi fischiati a Bestagno dopo che era stato rilevato un fallo sul centro azzurro, fino allo sfondamento dubbio di Thornton. Nel clima da corrida la Virtus ci guadagna, Dojkic tiene fuori partita Anderson, senza Ndour, l’Umana si affloscia quando anche Thornton respira (20-31). Anderson infila i primi punti dalla lunetta a 3’19” dalla fine, Dojkic si fa sentire anche in attacco, Segafredo tre volte a +12 con le tricolori che risalgono a -9 (30-39) all’intervallo lungo (0/10 dall’arco).
L’Umana prova a rientrare al ritorno in campo (34-42), Mazzon si riaffida a Ndour, ma l’ingresso del centro non produce alcun risultato concreto. Venezia difende, ma non segna mai dall’arco (0/14), si spegne anche Thornton, la finale scudetto si allontana a distanza siderale (37-54), le tricolori si disuniscono anche in difesa dopo il -9 (37-46) con il 2+1 di Bestagno. Anderson trova punti solo dalla lunetta, la Segafredo anche dall’arco (39-55). Sagerer “salta” Bestagno, ancora – 16 (41-57), poi arrivano i primi punti di Ndour (46-57), che riaccendono il Taliercio con Gianolla a rifugiarsi nel time-out per spezzare l’inerzia orogranata.
La Virtus sembra aver terminato la benzina, l’Umana ci crede, con cuore e orgoglio, si apre una nuova partita, Bologna sulla difensiva, Anderson e Thornton riportano l’Umana a -6 (53-59) con 4’57” alla fine. Rimonta incredibile di una squadra mai doma.
Purtroppo Dojkic viene dimenticata in angolo, tripla (53-62), arriva la replica di Madera (56-62).
Il tempo per completare l’aggancio ci sarebbe, ma le forze sono al lumicino, punteggio bloccato sul -6 (58-64) per 2’ con la Segafredo che si gioca i falli a disposizione per frenare le orogranata. Anderson sbaglia, Battisodo capitalizza i due liberi (58-66), adesso è veramente finita. Time-out di fine avventura chiamato da Mazzon a 14” dalla fine.
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