Mestre, la rotaia del tram lo fa cadere dalla bici: ragazzo risarcito con 100 mila euro
Un 15enne era caduto dalla bici, dopo essere rimasto incastrato con la ruota. Un incidente rovinoso: la Corte d’Appello ha condannato Comune e Avm
r.d.r.
Soccorsi per un ciclista caduto sulle rotaie del tram
MESTRE. Stava percorrendo via San Donà in bicicletta, a Favaro, quando era stato costretto a superare un’automobile posteggiata. Risultato: si era ritrovato la ruota improvvisamente incastrata nella rotaia del tram, precipitando rovinosamente a terra. Era il 4 settembre dell’ormai lontano 2009 e l’allora 15enne, in quel drammatico “volo”, si era procurato gravi lesioni al volto e alla parte superiore del torace, con mesi di malattia e degenza.
Nei giorni scorsi, la Corte d’Appello ha accolto il ricorso presentato dall’avvocato Giorgio Caldera per conto del ragazzo e ordinato al Comune e Avm di risarcire il giovane: 100 mila euro per i danni.
Già in primo grado - sulla base dei risultati della consulenza tecnica, affidata dal giudice dottor Tonino Giordan - il Tribunale aveva condannato Comune e Avm a risarcire il ragazzo. «La sentenza del Tribunale di Venezia poteva dirsi “innovativa” in materia», osserva l’avvocato Caldera, «considerando la responsabilità degli enti per la mancata segnalazione della “pericolosità” della rotaia, peraltro posizionata su di una sede stradale promiscua, destinata al transito di qualsivoglia veicolo, motociclo, ciclomotore o bicicletta».
Ma amministrazione e azienda avevano impugnato la sentenza, ritenendo che le colpe fossero del ciclista. La Corte ha invece confermato il risarcimento: «Per le caratteristiche della rotaia», scrive il giudice Bordon, «occorreva o limitare la circolazione dei velocipedi ad apposite piste o - in mancanza di spazio - non consentire lungo quel tratto di strada la circolazione in bicicletta. Nessuno pone in discussione che, se non si attraversava il binario con un angolo di 90°, vi fosse il concreto rischio che la ruota della bicicletta rimanesse incastrata nel binario». Risarcimento, dunque, dovuto all’oggi quasi 30enne.
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