Una folla al rosario per Edy, morto combattendo nel Donbass: «Odio e guerra da estirpare»
Una celebrazione in suffragio di Ongaro a Portogruaro. Le parole di don Corrado Carolo nella chiesa di Giussago
r.p.
GIUSSAGO. Folla in chiesa sabato sera per il rosario in suffragio di Edy Ongaro, il 46enne delle brigate Pryzral, caduto in battagliain Dombass. Letture e la recita di cinquanta Ave Maria. La piccola chiesetta di Giussago era stracolma di fedeli. Nei primi banchi c’erano i familiari di Edy, tra cui il padre Sergio con lo sguardo fisso nel vuoto, quasi assente, rassegnato alla tragica perdita. Le guance rosse, le mani giunte. Il rosario scelto dalla parrocchia contemplava i misteri gloriosi. La funzione, molto sentita dalla popolazione locale, è durata poco più di 40 minuti. Non era indispensabile alcun servizio d’ordine.
Si annuncia diverso il clima per questa mattina quando alle 10 accorreranno persone da tutto il Nordest per ricordare il guerrigliero che sognava la Rivoluzione, come il nonno Antonio o uno dei suoi punti di riferimento, ovvero il sandonatese rivoluzionario Gino Donè Paro.
Don Corrado Carolo non dipinge però Edy Ongaro come un martire. Ha pronunciato, tra la recita delle preghiere e la scelta delle letture, parole assolutamente di abiura alla guerra come soluzione per risolvere le controversie. «Siamo qui, invocando la pace». In avvio di funzione don Carolo ha messo in evidenza lo shock suo e della comunità giussaghese per il gravissimo accaduto.
«È stata una notizia che proprio non ci aspettavamo. Noi speravamo che Edy fosse risparmiato dall'orrore del conflitto. Chiediamo al Signore di trovare le giuste risposte, sperando che ci tenga per mano in questo momento di estrema difficoltà, soprattutto per i parenti». Verso la fine della funzione, dopo le pagine del Vangelo che San Matteo dedica alla famosa parabola in cui Gesù dice «Ero straniero e mi avete accolto...», don Corrado Carolo si è lasciato andare all'ennesima riflessione. Sono giornate difficili per tutti, da queste parti. E don Carolo si tradisce in una critica, magari in buona fede. «La scomparsa di Edy ha riempito di tristezza tutte le persone che lo hanno amato. Sentiamo più forte il desiderio di pace. Ogni odio e ingiustizia è causa di ogni guerra: siano esse estirpate. Dobbiamo interrogarci sul peso della nostra vita e delle nostre scelte. Aiutaci Dio a essere discreti in tutto. Anche nei momenti di dolore». Edy Ongaro era consapevole di tutto, anche di perdere la propria vita.
I messaggi spediti agli amici, le considerazioni che lui faceva dal fronte, lo rendevano consapevole che forse il momento del sacrificio si stava avvicinando.
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