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Scuola, proteste a Venezia: test proibitivo per diventare di ruolo e raffica di prof bocciati

Anche i sindacati veneziani contestano i quiz “troppo nozionistici”. «Ci sono troppi pochi posti a disposizione, va ripensato l’esame»

Alberto Sanavia
2 minuti di lettura
Polemiche per il testo per diventare professore di ruolo 

VENEZIA. Raffica di bocciati al concorso quiz per scuole medie e superiori. I docenti veneziani non ci stanno: «vogliono lasciarci precari».

Non è una questione da poco. Riguarda infatti i professori, ma riguarda anche le famiglie che hanno il diritto di mandare i figli in classi dove ci siano tutti i professori e possibilmente di ruolo.

I numeri ufficiali si sapranno fra qualche settimana, ma a oggi la forchetta dei respinti viaggia tra l’80 e il 90 per cento.

Dal marzo di quest’anno è ripartito il concorso del 2020, poi bloccato a causa della pandemia. Dai numeri forniti dall’Ufficio scolastico regionale, vi sono 36 mila docenti precari in cerca di 3.155 posti. Il concorso si divide in due fasi: la prima dedicata a un test scritto in formato quiz, la seconda in un orale a cui si accede dopo aver superato la prima.

Sotto accusa i test ministeriali e a criticarli è Libero Savastano dello Snals di Venezia. «I quiz sono nozionistici», dice, «e non valutano realmente l’aspetto pedagogico dell’insegnamento. Sembra sia comodo lasciare la scuola nel precariato». La testimonianza arriva da un’insegnante di sostegno residente a Chioggia, bocciata per due domande errate. Dopo un test svolto per un posto di ruolo alle medie a Villorba, poi ha sostenuto quello per le superiori a Rovigo per l’insegnamento di italiano, storia e geografia.

Da sottolineare che le sedi in cui si svolgono i test non sono relative al luogo in cui si eserciterà l’attività. «Una ventina di domande sono inerenti a ciò che già insegniamo», dice l’insegnante che preferisce non dire il proprio nome, «e una ventina sono impossibili, perché piene di tranelli e di informazioni che si possono sapere solo per pura fortuna. Il risultato è che su 12 persone che hanno svolto il test, tutti sono stati bocciate. Altri miei colleghi veneziani mi hanno raccontato di 25 bocciati su 25. Chi lo supera, lo fa col minimo del punteggio. Dovremmo essere testati sulle capacità di costruire una lezione, sul fatto che dovremo insegnare ai giovani del futuro, non sul sapere a memoria numeri che si possono trovare in rete. Ora sento il peso di aver trascurato la mia famiglia per concentrarmi su una materia in cui sono preparata, avendo una buona gavetta alle spalle. Non è possibile che i posti messi a bando siano 1/3 rispetto a quelli di cui vi sia bisogno».

Paolo Barina, coordinatore di Gilda insegnanti Venezia, conferma quanto sta accadendo. «La selezione è bene che ci sia», spiega, «ma bisogna capire se sia stato applicato il metodo giusto. È un test più veloce da correggere e più difficile da contestare, ma dimostra che non funziona».

Non solo: per poter far svolgere il test agli aventi diritto, le normative anti Covid limitano l’accesso alle sedi e, di conseguenza, dilatano i tempi. Nonostante per parteciparvi sia necessario il Green pass base e la mascherina ffp2, il distanziamento riduce della metà le persone che possono entrare nelle aule, almeno fino a dicembre.

«A meno che non si cambi questa regola», conferma Giorgio Corà del Personale della scuola dell’Usr Veneto, «dovremo proseguire così». Ciò significa che i concorsi andranno avanti almeno fino a luglio, a ridosso dell’avvio dell’anno scolastico. «Se è stata prevista la Dad per gli studenti», dice Barina, «e se vi sono persone che si laureano a distanza, è possibile che non si riesca ad applicare un meccanismo simile per queste selezioni? È un paradosso». Infine, i 3.155 posti da coprire fanno riferimento a bisogni del 2019, prima che il Ccovid aumentasse la necessità di nuovi insegnanti di ruolo, senza considerare il pensionamento di altri. «Con questo metodo», dice Elvira Serafini, segretaria nazionale Snals, «i docenti precari saranno respinti per poi essere assunti nuovamente da precari a settembre». —

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