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Una catena umana con 400 studenti per ricordare le vittime innocenti della mafia

Questa mattina a Dolo il flash mob lungo le strade del centro. I ragazzi hanno mostrato dei cartelli con i nomi delle persone uccise dalla criminalità organizzata

Alessandro Abbadir
1 minuto di lettura

I ragazzi durante il flash mob a ricordo delle vittima della mafia (foto Pòrcile)

 

DOLO. Un flash mob per ricordare le vittime innocenti della mafia. Quattrocento ragazzi delle scuole superiori di Dolo questa mattina hanno dato vita a una catena umana che ha collegato stamattina il centro di Dolo dalla piazzetta degli Storti davanti al Municipio fino al polo scolastico in via Curzio Frasio. Ogni ragazzo teneva con sé un cartello che ricordava il nome di una vittima della mafia. L’iniziativa è stata organizzata in occasione della 27esima giornata della Memoria e dell’Impegno dedicata alle vittime della mafia. L’evento è stato messo a punto dal Centro di documentazione ed inchiesta sulla criminalità organizzata del Veneto e dal presidio “Valarioti” Riviera del Brenta di Libera, con il patrocinio del Comune di Dolo.

Dolo ricorda in silenzio le vittime innocenti della criminalità organizzata

E’ una iniziativa che ha voluto essere un momento importante per valorizzare il presidio di informazione e documentazione in un territorio, quello veneto, che ancora oggi fatica ad ammettere il preoccupante grado di infiltrazione mafiosa che lo circonda. “I ragazzi hanno fatto diversi incontri nelle ultime settimane con esperti del campo dell’antimafia”, spiega Paolo Della Rocca di Libera, “e in questo periodo hanno raccolto testimonianze di parenti e persone vicine alla vittime della mafia. I ragazzi hanno poi esposto le loro riflessioni per far partire un confronto sul territorio” . “E’ stata una giornata importantissima per il centro di documentazione e le scuole”, ha detto il presidente Maurizio Dianese, “Le scuole avranno a disposizione dal centro il materiale per poter svolgere le loro ricerche. Il flash mob ha voluto sottolineare e rafforzare quello che è un forte legame culturale”. 

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