Ex Sanguinetti a Venezia, cantiere a rischio sfratto
L’attività rientra nel progetto di recupero firmato Artea. Il legale: «Pronti a tutelarci». Martini dà il via a una raccolta firme
eugenio pendolini
Il cantiere De Pellegrini, a Castello, attivo fin dagli anni ’60 nel cuore di Venezia
VENEZIA. Lo storico cantiere De Pellegrini di Castello a rischio sfratto a causa del progetto di recupero firmato dalla società francese Artea sull’ex Caserma Sanguinetti a Castello, sull’adiacente area verde e sull’ex monastero di Sant’Anna.
L’area su cui è stato realizzato il cantiere, negli anni’60, appartiene in parte al Comune e in parte al Demanio. Proprio quest’ultima porzione di terreno rientra nell’intervento da 26 milioni di euro complessivi approvato dalla giunta. Se è vero che ad oggi ancora non sono arrivate comunicazioni ufficiali, quelle ufficiose sono invece già a buon punto.
E infatti i titolari del cantiere, tra gli ultimi a Venezia in grado di lavorare con le barche di grandi dimensioni e a secco, si sono già mossi con gli avvocati. «Siamo pronti a tutelarci in sede legale», conferma l’avvocato Jacopo Molin, «a rischio è una di quelle attività che connotano il centro storico». Tanto più in un momento storico in cui proprio attività artigianali, come quelle legate alla cantieristica navale, sono in grande difficoltà. «Eppure abbiamo un’area come quella dell’Arsenale che si presterebbe ad ospitare queste attività: perché non trasferirci attività legate alla cantieristica? », si chiede Cesare Peris (Forum Futuro Arsenale). Una proposta simile, in passato, aveva interessato anche il cantiere Casaril di Cannaregio. Non se n’è fatto nulla.
Nel frattempo, però, il progetto continua a far discutere. Il percorso avviato dalla giunta prevede l’avvio del percorso di Federalismo demaniale culturale che riguarda due beni appartenenti al Demanio dello Stato. Il progetto vedrà un investimento di quasi 26 milioni di euro – senza oneri per l’amministrazione pubblica – attraverso i quali si punta a recuperare due immobili storici. Il progetto prevede la realizzazione di spazi per il co-working, il co-living, sale conferenze, formazione, convegni e spazi per foresteria. In questi mesi, le voci contrarie si sono sollevate a più riprese.
Dopo l’incontro pubblico della settimana scorsa, il consigliere comunale Giovanni Andrea Martini (Tutta la Città Insieme) ha già organizzato per il 5 marzo una passeggiata partecipata e un concorso fotografico. In parallelo, partirà a breve una raccolta firme per presentare una petizione al Consiglio Comunale. La richiesta? «Che nella caserma Sanguinetti sia confermata la funzione storica di residenza stabile a partire dal mantenimento delle famiglie già residenti», elenca Martini, «che l’area verde sia tutelata nella sua integrità per il suo inestimabile valore archeologico, che siano rifinanziati i lavori di scavo, e che una parte di alloggi vuoti sia destinata al lavoro e alla residenza delle persone impegnate negli scavi; che le funzioni di Sant’Anna siano tali da garantire la partecipazione attiva dei cittadini veneziani ospitando realtà locali, eventi culturali». —
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