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«In due settimane pulisco tutta l’area e c’è un progetto per nuovi uffici»

L’edificio di via della Pila è diventato la casa della droga Il proprietario: «Contatto dalla polizia locale, interverrò»

Francesco Furlan
2 minuti di lettura



«Lo so, sono stato contattato anche dalla polizia municipale di Venezia, la situazione è tornata quella di alcuni anni fa. Entro due settimane al massimo interverremo per la pulizia dell’immobile e per chiudere la recinzione, poi bisognerà pensare al recupero più generale dell’edificio». Domenico Finotti è l’imprenditore del Veneto orientale proprietario del capannone abbandonato di via della Pila a Marghera diventato la casa della droga, il luogo dove i tossicodipendenti vanno a consumare la cocaina e l’eroina dopo averla acquistata nell’area di via Piave. Quattro anni fa, in questo stesso capannone, era stata trovata morta per overdose una donna di 32 anni, originaria della Riviera del Brenta, trovata dagli agenti della polizia ferroviaria dopo che i suoi amici avevano cercato aiuto, perché quella loro amica non si svegliava più, non dava più segni di vita. Dopo quella morte ci fu un primo intervento di pulizia, la ringhiera di recinzione fu di nuovo saldata, per evitare che quel capannone non diventasse, ancora, la casa della morte.

Ora, a distanza di qualche anno, la recinzione è stata di nuovo divelta e la situazione, se possibile, è ulteriormente peggiorata. Nei due piani dell’edificio ci sono bivacchi, un paio di tende da campeggio, sacchi a pelo, un tappeto di rifiuti e siringhe. Con il rischio, a camminarci dentro, di volare giù, dal momento che non ci sono protezioni, neppure sulle scale, e basta mettere male un piede per fare un volo di svariati metri. Sono tanti i giovani che vanno e vengono, nelle ore serali ma non solo. Basta chiedere a chi lavora nella confinante sede dell’Inail, al civico 51 di via della Pila, per sapere della disperazione di questi ragazzi con i volti stravolti che entrano ed escono dalla stabile.

«So che la situazione è difficile», dice Finotti, «e garantisco che al massimo entro due settimane faremo i lavori che ci competono sul fronte dell’immobile, sia per ripulire l’area di tutti i rifiuti, sia per richiudere la recinzione, anche se c’è il rischio che duri pochi mesi, e poi venga ulteriormente rotta».

Il nodo riguarda il recupero vero e proprio dell’immobile. Pensato per ospitare uffici - era candidato anche a diventare la sede di Veneto Strade - negli ultimi due anni la proprietà aveva immaginato di riconvertirlo per realizzare uno studentato. Progetto che è rimasto poco più di un’idea. Ora l’edificio potrebbe tornare alla sua destinazione originaria: uffici.

«L’area in cui è inserito è al centro di una grande trasformazione», dice Finotti, «e credo che la soluzione degli uffici sia la più facilmente realizzabile». Per realizzare uno studentato sarebbe stato necessario chiedere una modifica della destinazione d’uso, ma l’immobile si trova in una di quelle aree di cerniera tra l’area industriale e l’area residenziale, sulla quale si accavallano le competenze, in materia urbanistica, del Comune e dell’Autorità portuale. «L’edificio era già previsto per ospitare uffici, quindi non credo ci possano essere problemi autorizzativi», aggiunge Finotti, che si dice pronto a presentare un progetto all’amministrazione comunale entro la fine di marzo.

«Tralasciando le condizioni attuali, l’edificio da un punto di vista strutturale è sano, quindi non sarà complicato rimetterlo in sesto. Se tutto filerà liscio potremo aprire il cantiere entro la fine dell’anno». Intanto nei prossimi giorni, dopo le sollecitazione della polizia locale, è atteso l’intervento d’emergenza. L’area oggi è riparo per i tossicodipendenti che acquistano la cocaina o l’eroina nell’area di via Piave e poi, in pochi minuti, raggiungono lo stabile. Persone che, in alcuni casi, rifiutano anche di essere avvicinate dagli operatori di strada dei Servizi sociali del Comune. Sul piano della rigenerazione urbana invece la speranza della proprietà è quella di agganciare l’immobile alla trasformazione in atto nell’area compresa tra via della Pila e via delle Macchine: la nuova piscina comunale e gli interventi previsti nell’area ex Eraclit e nella zona delle Officine Galileo. —



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