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Spiagge e chioschi, le nuove regole delle concessioni balneari. Ecco cosa succede adesso

Governo obbligato a recepire la direttiva comunitaria sulla concorrenza ma passa il principio del riconoscimento degli investimenti pregressi e dell’esperienza acquisita. Qui spiegate le nuove regole e le previsioni degli esperti. La parola a balneari e chioschisti

giovanni cagnassi
9 minuti di lettura

JESOLO. Dalle clausole sociali agli aiuti alle imprese, dall’ampliamento delle aree libere alla concorrenza ma anche il riconoscimento degli investimenti pregressi e dell’esperienza acquisita. Ma in quale misura? E con quali garanzie?

Sono tanti i quesiti che vengono posti dalla decisione presa dal governo nel Consiglio dei ministri di martedì 15 febbraio. Una decisione obbligata visto che il rispetto di ogni clausola di concorrenza europea è uno dei  degli obblighi assoluti per ottenere i fondi europei che garantiranno iniezioni nei settori di emergenza e soprattutto la valanga di quattrini he alimenteranno il Piano nazionale di ripresa e resilienza, cioè ciò che alimenterà l’economia nazionale dopo la batosta della pandemia. E la direttiva Bolkenstein è la “madre” di tutte le direttive europee sulla concorrenza e la libertà d’investimento delle aziende europee.

Niente Bolkenstein, niente fondi europei.

(ansa)

I PROSSIMI SEI MESI

Sei mesi di tempo per sciogliere il nodo delle concessioni demaniali e marittime e attuare finalmente quanto disposto – e finora non ottemperato – dalla direttiva europea Bolkestein. Le concessioni avranno ancora efficacia fino al termine previsto dal titolo autorizzatorio e comunque fino al 31 dicembre 2023, se il termine previsto è anteriore a questa data. Dal primo gennaio 2024, invece, cambierà tutto. Ieri pomeriggio il Consiglio dei ministri ha approvato all’unanimità l’emendamento al decreto Concorrenza, che conteneva il riordino e la semplificazione della disciplina relativa alle concessioni demaniali marittime, questione molto importante per le spiagge veneziane.

Sei mesi di tempo

Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge, il governo è delegato ad adottare, su proposta del ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, del ministro Turismo, di concerto con il Ministro della Transizione ecologica, il ministro dell’Economia e delle finanze, il ministro dello Sviluppo economico e il ministro per gli Affari regionali e le autonomie, uno o più decreti legislativi per riordinare la disciplina.

Aiutare le imprese

Tra le linee guida approvate il 15 febbraio viene ribadito l’obiettivo di proteggere prima di tutto le piccole imprese e quelle a conduzione familiare, con particolare considerazione nei confronti di chi «nei cinque anni antecedenti l’avvio della procedura selettiva, ha utilizzato la concessione quale prevalente fonte di reddito per sè e per il proprio nucleo familiare».

Tutela del demanio

Tra gli obiettivi da perseguire c’è anche un utilizzo razionale e sostenibile del Demanio marittimo, in armonia con la normativa europea, garantendo il dinamismo concorrenziale nel settore dei servizi e delle attività economiche.

Clausole sociali

Dovranno essere previste anche clausole sociali per promuovere la stabilità occupazionale del personale impiegato nell’attività del concessionario.

Concorrenza

Quanto ai decreti legislativi, dovranno prendere in considerazione la determinazione di criteri omogenei per l’individuazione delle aree in concessione, con particolare attenzione all’eventuale frazionamento in piccoli lotti delle aree demaniali da affidare, al fine di favorire la massima partecipazione delle microimprese e piccole imprese ed enti del terzo settore. Una concorrenza che dovrebbe favorire in ultima istanza anche il consumatore e imporre quindi uno stop al caro-ombrellone.

Aree libere

Un altro passaggio interessante è anche quello della ricerca di un adeguato equilibrio tra le aree demaniali in concessione e le aree libere o libere attrezzate. In questo contesto che riguarda le zone libere e aperte a tutti, dovranno essere anche assicurati i varchi di libero accesso e transito per il raggiungimento della battigia. Niente spiagge chiuse e concessionate: tutti dovranno poter accedere alle spiagge e camminare in riva al mare.

Investimenti ed esperienza

Nella bozza sono accolte anche le richieste dei balneari a proposito dei criteri sulla adeguata considerazione degli investimenti fatti, quindi il valore aziendale dell’impresa e dei beni materiali e immateriali sulla stessa, ma anche della professionalità acquisita negli anni. Particolare valorizzazione è riservata a obiettivi di politica sociale, della salute e della sicurezza dei lavoratori, della protezione dell’ambiente e della salvaguardia del patrimonio culturale.

Verrà debitamente valutata l’esperienza tecnica e professionale acquisita nella concessione pur senza precludere l’accesso al settore di nuovi operatori che altrimenti verrebbero tagliati fuori dalla nuova sfida con le gare vanificando lo spirito della direttiva.divieto di proroga Automatica

La durata della concessione sarà per un periodo «non superiore a quanto necessario per garantire al concessionario l’ammortamento e l’equa remunerazione degli investimenti autorizzati dall’ente concedente in sede di assegnazione» e comunque sarà da determinarsi in ragione dell’entità e della rilevanza economica delle opere da realizzare con divieto espresso di proroghe e rinnovi anche automatici. La parola d’ordine resta: gara.

I rappresentanti dei balneari di Jesolo a Roma

 

LE REAZIONI

Attendono di poterlo valutare con calma e attenzione, ma per ora l’emendamento approvato in Consiglio dei ministri per la riforma delle concessioni demaniali viene accolto con fiducia da operatori e sindaci della costa veneziana, pur con qualche perplessità.

UnionMare Veneto, ad esempio, ritiene che sia prevalsa una certa rigidità nei criteri. Il Veneto è stata finora la Regione che meglio si è comportata, pensando non tanto a protestare e organizzare serrate con gli operatori imbufaliti, ma iniziando a parlare da tempo della necessità di adeguamento alla direttiva europea. Nell’emendamento si è stabilito che non ci saranno più proroghe e rinnovi anche non automatici.

Renato Martin, presidente della Federconsorzi di Jesolo, che riunisce i gestori della spiaggia più “concessionata” sulla costa veneta, è fiducioso: «Sembra che le cose stiano andando per il meglio e come noi abbiamo in qualche modo indicato. La bozza che circola rispetta le indicazioni che sono state date già da tempo dalle categorie. L’obiettivo è trovare un punto di incontro. Le categorie sono state protagoniste nel dare molti dei suggerimenti presi considerazione adesso dal governo. Va garantito un indennizzo degli investimenti e del valore dell’azienda e mi parte sia così. La cosa importante è che la concessione demaniale non sia slegata dalle imprese». «Tutte le attività, bar ristoranti, alberghi» ricorda il presidente della Federconsorzi di Jesolo, «sono integrate con le attività sulla spiaggia. Il concessionario deve avere una relazione diretta per non creare una lacuna e un aumento dei costi per la clientela. Dobbiamo, inoltre, prevenire la razzia delle spiagge e che la multinazionale di turno possa arrivare a prendersi tutto senza alcun ostacolo. Il segnale è stato dato dal governo: basta proroghe, ma ci vorranno adeguate certezze per tutti. La via di chi ha voluto forzare con una mozione forte per uscire dalla Bolkestein non è praticabile».

Il presidente di UnionMare Veneto, Alessandro Berton, è però più prudente. «Il fronte è ancora aperto» commenta a caldo, «vediamo come saranno concretizzati i principi e le linee guida definiti ieri: la situazione è ancora molto fluida. Attendiamo ancora di vedere cosa si farà concretamente nei prossimi giorni. Si parla di indennizzo e di altri criteri degni di attenzione, ma la sensazione è che ci sia una maggiore rigidità rispetto alla proposta che aveva fatto il Veneto e questo non è certo incoraggiante».

Lo stesso sindaco di Jesolo,Valerio Zoggia, ha espresso massima fiducia nel Governo e nel premier Draghi: «Io penso che la Bolkestein inciderà in modo importante sulle nostre località balneari, la decisione è nelle mani del premier che è in contatto con l’Europa e dovrà tutelare le nostre aziende. Ci sarà alla fine una legge nazionale che dovrà tenere conto delle differenze tra le spiagge anche tra Nord e Sud. Ho massimo fiducia in Draghi che saprà fare comunque sintesi».

Roberta Nesto, sindaca di Cavallino Treporti e presidente dei sindaci della costa veneziana non si espone ancora: «Non abbiamo ancora un testo, ma auspico siano state ascoltate le categorie come sembra. Mi sembra che questa sia la strada giusta da intraprendere. Finché non vediamo attentamente il testo io sono ancora preoccupata».

Lorenzo Vallese, presidente regionale dei balneari riuniti in Fiba Confesercenti, in attesa delle decisioni del Consiglio dei Ministri in corso, ha commentato con un certo entusiasmo l’esito del Consiglio dei ministri: «Il fatto che il governo abbia sei mesi di tempo dall’entrata in vigore della legge, per definire le modalità del riordino e della riforma testimonia che si tratta di una decisione seria. Allo stesso tempo, un buon segnale che anche le Regioni nel loro complesso si sono riservate di esprimere una posizione ufficiale dopo aver letto e valutato il testo».

CHIOSCHISTI. OK INVESTIMENTI MA NON FABBRICHIAMO SOLDI

Chioschista e presidente regionale di Fiba Confesercenti, Lorenzo Vallese è, come si diceva un tempo, «un presidente operaio». Moderato e composto, non ha mai alzato i toni della polemica sulle concessioni demaniali. Ha sempre sostenuto che panico e paura non sono mai serviti ad affrontare i problemi e così sta attendendo decisioni definitive con la consapevolezza che indietro non si tornerà.

Vallese gestisce da anni un chiosco sul litorale di Cavallino Treporti appena ristrutturato con un orizzonte temporale di un anno di concessione. Un bel rischio. Sulla costa veneziana ce ne saranno circa 200 di chioschi sulla spiaggia, considerando il litorale da Bibione a Sottomarina. Pagano dai 3 ai 10 mila euro l'anno di concessione demaniale. 

Presidente, c’è chi dice chi i titolari di concessioni pagano poco o nulla.

«Per prima cosa sfatiamo questo mito dei chioschi ritenuti dei pozzi di denaro. Non è che i titolari dei chioschi guadagnino milioni, sicuramente meno di una pizzeria al lido e sulla passeggiata pedonale. Poi, è chiaro che certi canoni andranno adeguati, ma non credo sia questo il punto perchè chi ha le concessioni sarebbe disposto a pagare se questo potrà dare delle certezze e garanzie».

Il governo sembra indirizzato a voler tutelare le imprese medio-piccole e a conduzione familiare.

«Le nostre sono in buona sostanza delle imprese familiari che lavorano sei mesi all'anno e hanno creato un'attività dal nulla, quando abbiamo iniziato ci è stata data solo della sabbia e noi abbiamo costruito e creato impresa. E alle piccole imprese devono essere riconosciuti i sacrifici fatti, questo è il nocciolo della questione che sta affrontando adesso il Governo».

Voi cosa darete in cambio?

«Noi siamo pronti a crescere e investire ancora, a lavorare per gli ospiti e per l'economia turistica».

In altre regioni il clima sembra più teso.

«Altri operatori sono più drastici nelle loro posizioni, ma è difficile generalizzare. Non è vero ad esempio che al sud non pagano le concessioni. Poi ci sarà anche il nero, ma questo è un aspetto completamente diverso».

LE STIME PER L’ESTATE: GLI ESPERTI SI ASPETTANO IL PIENONE

Il mercato estero torna a farsi sentire, segnali incoraggianti per la stagione 2022. Alberto Maschio, presidente dell’Associzione jesolana albergatori ritiene che ormai ci sia una presa di coscienza di come trascorrere una vacanza in sicurezza, nonostante il covid non sia completamente sconfitto e restino ancora delle restrizioni.

I dati elaborati attraverso il sistema H-Benchmark in tempo reale attestano una occupazione alberghiera complessiva, dal 15 aprile al 25 settembre, dell’11,4%. Nel 2021 era del 7%; e nel 2020, prima dello scoppio della pandemia, al 13,8%. Si guarda alla settimana di Pasqua fino al 31 maggio. Le previsioni 2022 registrano il 10,3% di occupazione alberghiera, contro il 4,3% del 2021. Tutte le mensilità confermano dati nettamente superiori rispetto al 2021.

Più nel dettaglio, il mese di giugno è al 12,7% per il 2022 e 6,2% nel 2021. A luglio 11,5% per questa stagione, contro l’8,2% della precedente. In agosto 10,2% nel 2022, 7,8% nel 2021. Infine settembre: 12% nel 2022, contro il 7,3% nel 2021. «Non ci possiamo permettere di dormire sugli allori» dice Maschio, «con la possibile riapertura di altre mete turistiche internazionali, alcuni flussi di cui abbiamo beneficiato per vicinanza, potrebbero optare per scelte diverse. Da parte nostra, come imprenditori, dobbiamo essere bravi a utilizzare questo periodo per investire in servizi e qualità della vacanza, per continuare a risultare molto attrattivi, così come abbiamo fatto lo scorso anno, quando abbiamo dimostrato tutte le nostre potenzialità ed eccellenze».

«Quello degli aumenti», continua il presidente Aja affrontando un tema caldo, «è proprio il problema dei problemi. Stiamo ricevendo quasi quotidianamente la testimonianza di pesanti aumenti delle forniture, a cominciare da energia e gas. Tutti i nostri costi vivi, dalle materie prime alla forniture, stanno subendo aumenti del 20-30%, che rischiano di incidere pesantemente sull’andamento della stagione. Facciamo un esempio delle lavanderie, una delle voci più importanti del bilancio».

«A tutti i colleghi stanno arrivando delle lettere in cui si comunica che, per la stagione 2022, verrà applicato un aumento pari al 22%. E quelli che si stanno registrando sono aumenti, dalle bollette alla frutta e verdura, che andranno ad incidere anche sui bilanci delle famiglie, diminuendo il loro potere d’acquisto e, di conseguenza, la possibilità di fare vacanza, oltre a creare inevitabili problemi sociali».

«Come Federalberghi», conclude, «ci stiamo muovendo nelle sedi preposte perché è evidente che la soluzione non può essere solo il contenimento degli oneri di sistema su cui il Governo sta lavorando».

La destagionalizzazione è a rischio e molte strutture non apriranno in bassa stagione se dovranno sostenere costi in aumento senza avere flussi di turisti certi.

FIBA SIB NAZIONALE: ALCUNE RICHIESTE ACCOLTE, MA NON SODDISFATTI

"L'emendamento approvato in Consiglio dei Ministri sulle concessioni balneari ha accolto alcune nostre richieste come la tutela del valore delle aziende in sede di gara, la professionalità, la salvaguardia delle piccole e medie imprese, la tutela per coloro che hanno gestito direttamente la concessione negli ultimi cinque anni o la eliminazione del canone quale elemento di valutazione. E si potrebbe continuare.

E' altresì importante precisare che non si tratta di una norma già in vigore ma solo di una proposta che il governo farà in Parlamento. Certamente un lavoro impegnativo da parte dei ministri coinvolti in questo percorso complesso, ma ribadiamo con fermezza che non siamo soddisfatti: si tratta di un provvedimento che necessariamente dovrà trovare il giusto equilibrio nel passaggio parlamentare". Così, in una nota, Maurizio Rustignoli, presidente nazionale della Fiba, l'associazione dei balneari di Confesercenti, e Antonio Capacchione presidente nazionale del Sib, l'associazione dei balneari di Confcommercio.

"Auspichiamo - proseguono Rustignoli e Capacchione - che tutte le forze politiche che, da tempo con responsabilità, sono vicine alla categoria degli imprenditori balneari possano lavorare in sinergia con le Regioni e le Associazioni di categoria affinchè il provvedimento trovi la stabilità conclusiva necessaria per garantire, innanzitutto, gli investimenti futuri e la salvaguardia delle imprese del settore. Per il sistema turistico balneare il lavoro, a nostro avviso, comincia adesso: da parte nostra, siamo pronti ad offrire tutta la disponibilità ed il contributo indispensabili nel confronto con regioni e parlamento".

"Inizieremo perciò da subito - concludono - un confronto con le forze politiche affinchè la misura sia integrata e rafforzata, per trovare quel giusto punto di equilibrio che non è assolutamente l'interesse della categoria dei balneari ma che, a nostro avviso, rappresenta innanzitutto l'interesse del sistema turistico e balneare italiano nel complesso ed, ancora di più, l'interesse pubblico, un principio cardine quando si coinvolge il demanio marittimo".

(ansa)

CONFARTIGIANATO: PRINCIPI BASE ORA EQUILIBRIO CANONI E INVESTIMENTI

Alla luce dell'emendamento al Ddl sulla concorrenza approvato  dal Consiglio dei ministri "la categoria entra in stato di agitazione per battersi sui temi fondamentali: abbiamo letto principi di base, ma ora i decreti attuativi dovranno declinarli con equilibrio. Proprio quello che è mancato in questo provvedimento". Così il presidente di Confartigianato Imprese Demaniali e della cooperativa Bagnini Rimini Sud, Mauro Vanni, che commenta, in una nota, il via libera alla riforma delle concessioni balneari.

"Il metodo del governo - osserva - è un metodo che non ci piace. Dopo mesi di discussione, di incontri nei quali ci è stato chiesto un parere, è mancato un lavoro concreto. Esclusi i tecnici, escluse le Regioni, esclusi i sindacati. Non è un caso che nel provvedimento manchino altri aspetti fondamentali".

In particolare, argomenta Vanni in un altro passaggio, "stiamo già vedendo, in altro settore come i bonus nell'edilizia, quanto danno viene compiuto agendo in fretta e superficialmente. Restano intatti, anzi più solidi, tutti i nostri timori sul forte rischio di stravolgimento di un modello d'offerta turistica che - conclude - ha generato benessere diffuso e vantaggi per l'Italia sul mercato turistico".

Tommasella Dino 

ZAIA: LE SPIAGGE SONO LA NOSTRA STORIA TURISTICA

«Il tema delle nostre concessioni balneari deve essere rispettoso della storia e dell'identità dei nostri concessionari».

Lo ha affermato il presidente del Veneto Luca Zaia, a proposito del nuovo regolamento sulle concessioni balneari.

«Se uno fosse arrivato ieri - ha specificato - e si fosse preso un pezzo di spiaggia capirei, ma qui ci sono operatori che si sono “Inventati” letteralmente la spiaggia. 60-70 anni fa le spiagge non erano tali».

Io non sono per fare gare ovunque, e se si fanno perché l'Europa vuole dettare regole che non condivido, si devono fare con degli aggiustamenti rispetto a chi c'era e c'è», ha concluso

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