Emergenza Tso in due anni di Covid: casi e interventi più che raddoppiati a Venezia
Boom di trattamenti sanitari obbligatori con la pandemia. Erano 69 nel 2019, poi 74 l’anno successivo e 144 nel 2021
Carlo Mion
VENEZIA. È emergenza Tso in città. Sono aumentati in maniera esponenziali i casi gravi di pazienti psichiatrici che devono essere ricoverati con Trattamento sanitario obbligatorio. L’emergenza pandemia è stata devastante. I dati parlano chiaro. La polizia locale di Venezia, durante tutto il 2021 ha eseguito ben 144 Tso, l’anno precedente erano stati 74, mentre nel 2019 eravamo a quota 69.
Spesso siamo abituati a vedere l’intervento delle forze dell’ordine con i sanitari del Suem, ma quello è solo l’atto finale di procedimento complesso è non semplice da attuare. Quindi i numeri sono significativi in quanto un Tso non è così automatico. Un atto che consente l’effettuazione di determinati accertamenti e terapie. È molto frequente in ambito psichiatrico, qualora un paziente affetto da malattia mentale che, anche se in presenza di alterazioni psichiche tali da richiedere interventi terapeutici urgenti, rifiuti il trattamento
Per capire che non si tratta di un atto facile da ottenere e da applicare, basta scorrere i passaggi che vengono imposte dalla procedura.
Il Tso viene disposto dal sindaco del Comune presso il quale si trova il paziente, su proposta motivata da due medici, di cui almeno uno appartenente all’Usl territoriale del comune stesso; può essere eseguito sia in ambito ospedaliero sia presso l’abitazione o altra sede. La procedura impone, infine, la convalida del provvedimento del sindaco da parte del giudice tutelare di competenza. Un iter che a volte viene seguito in piena notte e con tempi veramente stretti. Spesso è successo che da parte del paziente ci sia stata una reazione fisica molto violenta, tanto che è stato necessario far intervenire altre pattuglie in ausilio dei primi agenti arrivati sul posto. È capitato di vedere anche il paziente steso sulla barella dell’ambulanza con le manette ai polsi.
«Questi dati non stupiscono. Era inevitabile dopo due anni di emergenza pandemica. Le varie emergenze si fanno sentire maggiormente sulle fasce più fragili della società» spiega Giovanni Leoni, presidente dell’Ordine dei Medici di Venezia «A questo bisogna aggiungere una rete di base per le cure di questi pazienti non in grado di fare fronte a questo tipo di emergenza. Non ci sono sufficienti strutture e manca il personale per far funzionare quelle esistenti. È un discorso che vale in tutto il Paese» continua Leoni «All’epoca si pensò di svuotare manicomi e ospedale. Bene dico io. Ma quella legge prevedeva anche un sistema di centri in per trattamenti sul territorio che non è mai stato completato. In questo si scarica sugli ospedali e sulle famiglie il peso delle cure di questi pazienti. Se il Sistema funzionasse come previsto da chi lo aveva pensato non ci sarebbe nemmeno bisogno dei Tso che hanno alla base un concetto di valutazioni di gravità clinica e di urgenza», conclude Giovanni Leone.
Il Tao ha una durata massima di sette giorni, ma può essere prorogato più volte, qualora vi sia la necessità, con una richiesta di prolungamento da parte del sanitario che ha in cura il paziente, diretta al sindaco del Comune che ha firmato l’ordinanza
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