Salute, dodici case di comunità veneziane. Nuove sedi e servizi, 28 milioni dal Pnrr
Obiettivo, aprirle entro il 2026. Altri 16 milioni di euro per il potenziamento dei macchinari, dalle Tac ai mammografi
Mitia Chiarin
Il distretto di Favaro
VENEZIA. Vale 28 milioni di euro, sostenuto in gran parte dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, la rivoluzione della sanità di prossimità a Venezia.
La giunta Zaia ha messo nero su bianco l’elenco delle 99 case di comunità venete. Dodici sono nel territorio dell’Usl 3 Serenissima. Cinque nel Veneto Orientale.
Le case di comunità sono spazi dove i servizi sanitari incontrano quelli del sociale. L’assessore Manuela Lanzarin spiega: «Le Case della comunità sono dotate di team multidisciplinari di medici specialisti, infermieri e assistenti sociali che consentono ai malati di godere di servizi sul territorio sempre più adeguati senza ricorrere ulteriormente agli ospedali».
Il post pandemia impone di potenziare i servizi sul territorio e ridurre ancora di più la pressione sugli ospedali, riservati per gli acuti.
«Sono spazi dove i medici di medicina generale collaborano con la nuova figura degli infermieri di comunità; dove si trovano i servizi di diagnostica di primo livello, prelievi, servizi di radiologia, medicazioni», conferma Massimo Zuin, direttore dei servizi sociosanitari dell’Usl 3 Serenissima. «La sfida è arrivare, rispettando gli step imposti dalla normativa Pnrr ad attivarli nei territori entro il 2026». Altri 16 milioni di euro dalla Regione vanno all’acquisto di Tac, angiografi, macchinari per la radiologia e le mammografie.
Era difficile prevedere case di comunità ogni 50 mila abitanti e quindi il piano regionale si vota al pragmatismo. Dodici le strutture veneziane.
Eccole: distretto 1 poliambulatorio Lido di Venezia; poliambulatorio dell’ospedale di Venezia (non hanno finanziamenti). Il distretto 2 di via Cappuccina si deve ampliare con un nuovo edificio e ottiene 7,290 milio di euro . Altri 2,8 milioni vanno a Marcon.
Marghera deve spostare il nuovo distretto da via Tommaseo a piazza Sant’Antonio, all’ex Sacro Cuore, e ottiene 7,8 milioni di euro. Ospiterà la Casa di comunità il distretto di Favaro (senza finanziamenti), mentre 2,2 milioni di euro sono destinati al distretto socio sanitario di Martellago.
Altri 2,6 milioni vanno alla struttura di Mira e 2,2 milioni di euro servono al potenziamento del poliambulatorio ospedale di Dolo. Nell’elenco entrano poi Noale e la cittadella socio sanitaria di Cavarzere (senza fondi). Tre milioni di euro vanno al poliambulatorio ospedaliero di Chioggia.
Complessivamente 16 milioni e 650 mila euro sono garantiti da risorse del Pnrr e 11 milioni e 300 mila euro sono coperti dal Fondo sanitario regionale. Poi ci sono gli ospedali di comunità: 4 milioni di euro per l’ex ospedale di Noale; 200 mila euro al Padiglione Mendicanti del Santi Giovanni e Paolo di Venezia e 2,5 milioni a villa Verde di Chioggia.
Noale e Dolo saranno complementari, precisa l’Usl 3 Serenissima: a Dolo si potenzia la funzione riabilitativa e per acuti e Noale si specializza come ospedale di comunità.
«A Dolo si intende perseguire la strutturazione di una articolata linea della riabilitazione, sommando lo sviluppo di questo settore riabilitativo alla funzione, storica per la struttura di Dolo, di ospedale per acuti. In parallelo, è a Noale che sarà sviluppata, attraverso ospedale di comunità e hospice, la funzione più prettamente dedicata al post-ospedalizzazione. Per raggiungere questo obiettivo, si dà seguito a Noale alla strutturazione definitiva di quelle specifiche funzioni post-ospedaliere che erano già state attivate in loco, in via emergenziale, nel periodo della pandemia».
Le case della comunità nel Veneto Orientale sono cinque. Previste a Cavallino Treporti con la nuova sede del distretto; a Jesolo; San Donà; San Michele Al Tagliamento e a Caorle. —
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