Truffa dei bonus edilizi. I costruttori edili veneziani chiederanno i danni
L’Ance prende per la prima volta nella sua storia questa decisione per l’indagine sulla maxi truffa che coinvolge in pieno la nostra provincia
M.Ch.
VENEZIA. Il diffondersi dei casi di utilizzo fraudolento dei crediti nascenti dai bonus edilizi – Superbonus 110% in primis – ha indotto Ance Venezia, l’Associazione dei Costruttori edili a una presa di posizione forte e decisa, mai assunta in 75 anni di storia.
L’Associazione ha dato mandato ai propri legali, lo studio dell’avv. Paolo Pettinelli, di costituirsi parte civile nel giudizio che ha per oggetto – come sembra delinearsi dalle notizie di stampa – una delle più eclatanti frodi scoperte nelle ultime settimane, che vede al centro delle azioni criminose un commercialista di Chioggia.
Il presidente Giovanni Salmistrari spiega: «Vogliamo dare un chiaro segnale di netta contrapposizione rispetto a queste pratiche illegali che per le nostre imprese hanno un drammatico effetto negativo, sia in termini di inquinamento del mercato delle costruzioni, che in termini di danno all’immagine di un’intera categoria e, ancora, in termini di provvedimenti restrittivi che il Governo adotta per contrastare le frodi che di fatto finiscono per danneggiare tutti».

«Come Ance – prosegue il presidente – abbiamo stigmatizzato il comportamento del Governo che, per reprimere le violazioni, ha emanato norme che rischiano di penalizzare un intero settore, ma dobbiamo essere inflessibili con chi specula sulle spalle dei cittadini, delle imprese e dello Stato. Un’azione forte, che speriamo possa rappresentare un precedente seguito da tutti quelli che hanno a cuore il buon nome di una categoria infangata da comportamenti truffaldini».
Ance da sempre sostiene, e ribadisce, la necessità di introdurre filtri qualitativi per coloro che si avvicinano ai bonus, per evitare che gli incentivi possano diventare appannaggio di soggetti improvvisati o, peggio, spregiudicati e privi di scrupoli. «Purtroppo siamo stati facili profeti e, grazie alla assoluta mancanza di controlli (in particolare per i crediti gestiti da Poste Italiane), risorse ingenti pubbliche sono state sottratte all’economia sana. Costituirsi parte civile – sottolinea Salmistrari – è una decisione grave nel segno della legalità e della trasparenza, che abbiamo assunto con la consapevolezza che sia indispensabile non solo prendere le distanze, ma anche concorrere a perseguire chi si è reso responsabile di queste truffe così odiose».
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