Le associazioni cittadine si schierano «Fermate il protocollo sull’Arsenale»
Annunciata mobilitazione per domenica 6 febbraio: sit in alla porta dei Leoni per dire no alla svendita. Invitate le remiere
Una quarantina di associazioni, più di cento firmatari, le remiere invitate che decideranno in settimana se scendere in acqua e a sfilare lungo il rio delle Galeazze. Il Forum Futuro Arsenale lancia la mobilitazione di massa (domenica 6 febbraio alla porta dei Leoni) contro il protocollo sull’Arsenale che il Comune dovrà stipulare prossimamente con il ministero della Cultura e quello della Difesa per la riorganizzazione di spazi e competenze nell’area di 47 ettari, con una superficie di circa 200 mila metri quadri. Un protocollo grazie al quale la Biennale si allargherà, mentre il Comune, che rinuncia ad una buona parte dell’area sine-die da destinare alla valorizzazione degli immobili a favore del Ministero alla Difesa, secondo le associazioni farà registrare l’ultima tappa di un lunga ritirata avviata ormai anni fa a partire proprio dal 2012, quando, con la Giunta Orsoni, si è ottenuto il passaggio dell’intero complesso – tranne una parte riservata ai militari – dal Demanio al Comune.
il manifesto
La mobilitazione parte da un manifesto redatto dal Forum, e illustrato ieri dal suo presidente Luigi Fozzati (ex Sovrintendente) insieme a Giorgio Suppiej, Roberto D’Agostino, Alberto Bernstein, Marzo Zanetti, Tiziana Penzo e Luca Zan (professore universitario a Bologna). «Qualunque città europea che avesse a disposizione un bene di quella portata», si legge nel Manifesto, «avrebbe concentrato le proprie energie e intelligenze per valorizzarlo adeguatamente e farlo diventare il punto di forza della propria immagine e della propria economia. Il Comune di Venezia al contrario ha abbandonato, a partire dall’ultima giunta di centrosinistra per proseguire fino ad oggi, ogni ipotesi di gestione intelligente. Tutto ciò viene condotto dall’attuale amministrazione senza alcun processo di discussione democratica e di trasparenza delle decisioni, con l’inaccettabile inserimento di anacronistiche “clausole di riservatezza” e imposto ad una città esausta e silenziosa sbandierandolo come un grande successo di rivitalizzazione dell’Arsenale». È l’accessibilità pubblica, una delle richieste più urgenti portate all’attenzione del Forum: da ovest (Celestia), da nord, da sud e da sud-est in modo da poter garantire un attraversamento di tutto il complesso. Così come il recupero dell’area per attività legate alla cantieristica, alla cultura, alla lavorazione del legno come testimonia la presenza del gruppo Il Filo di Legno.
IL RIO DELLE GALEAZZE
Oltre alle richieste al Comune e ai ministeri di non firmare il protocollo, nel suo Manifesto il Forum si dice preoccupato anche per l’annunciato transito dei mezzi pubblici lungo il canale delle Galeazze: «Questa scelta ha già in passato provocato gravissimi danni al patrimonio culturale costruito dell’Arsenale. Al riguardo si riporta che il rinnovo di tale opzione era già stata avanzata nel 2005 e poi definitivamente respinta per i notevoli rischi che la stessa avrebbe comportato per l’integrità dei fabbricati».
IL PD CONTRO...IL PD
Tantissime le realtà associative del territorio, ma anche nazionali, che hanno deciso di partecipare al presidio indetto dal Forum Futuro Arsenale. Tra queste, ad esempio, l’associazione italiana per il patrimonio archeologico industriale. Ma anche docenti universitari di Bologna, associazioni genovesi. Non mancano poi i partiti cittadini di opposizione (Terra e Acqua, Tutta la Città Insieme, Verde e Progressista). Remiera Francescana e Remiera Casteo decideranno a inizio settimana se aderire o no. Tra i firmatari anche il Pd cittadino (con circoli e gruppi consiliari) che si ritrovano a contestare un protocollo che, a Roma, ha tra i proponenti i ministri Franceschini (Beni Culturali) e Guerini (Difesa), entrambi dello stesso partito. Ma evidentemente non in sintonia con le richieste del territorio. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I commenti dei lettori