In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

La storia di Fanny Finzi rivive nella pietra di inciampo depositata a Venezia

Calimani, in un discorso forte e deciso, ha detto che esistono ancora razzismo e antisemitismo, ricordando il recente episodio di un ragazzino umiliato da coetanei che gli hanno sputato addosso in quanto ebreo

Vera Mantengoli
1 minuto di lettura

VENEZIA. La Giornata della Memoria si è conclusa con la cerimonia al Campo del Ghetto a cui hanno partecipato il presidente della comunità ebraica Dario Calimani e la vice presidente della giunta regionale nonché assessora ai Trasporti Elisa De Berti che ha portato i saluti de presidente Luca Zaia, a Roma per la votazione del presidente della repubblica.

Erano presenti anche l’assessore Renato Boraso e alcuni consiglieri regionali come Erika Baldin e Raffaele Speranzon e il già vicesindaco dì Padova Arturo Lorenzoni. A loro si è unito il corteo che dalla mattina ha seguito il percorso delle pietre d’inciampo.

Giorno della Memoria, Calimani: "Il problema in Italia non è solo l'antisemitismo, è il razzismo"

Calimani, in un discorso forte e deciso, ha detto che esistono ancora razzismo e antisemitismo, ricordando il recente episodio di un ragazzino umiliato da coetanei che gli hanno sputato addosso in quanto ebreo.

Calimani ha anche denunciato un certo linguaggio che a volte emerge nelle istituzioni, dichiarando che è necessario che questi problemi si affrontino tutto l’anno e non solo nel Giorno della Memoria.

La pietra d’inciampo

Violinista e insegnante al conservatorio Benedetto Marcello, Fanny Finzi abitava in Campo Santa Maria del Giglio prima che venisse deportata ad Auschwitz nel 1944 a 76 anni.

La sua storia oggi rivive nella pietra d’inciampo, depositata giovedì mattina al civico 2494 di San Marco in occasione della Giornata della Memoria. Sono trenta le pietre d’inciampo che verranno collocate oggi in città incluse quelle di tre bambine. Un monumento diffuso, opera dell’artista Gunter Demnig, si aggiungono alle già presenti 105. A Venezia furono deportati oltre 230 ebrei, senza contare i deportati politici e gli internati militari.

Una comunità di persone la cui vita fu cancellata dalla furia nazista e che oggi torna alla luce grazie alla volontà di non dimenticare. Alla cerimonia erano presenti la presidente del consiglio Ermelinda Damiano, il vicesindaco Andrea Tomaello, Marco Borghi della Municipalità e Luisella pavan Wolf del consiglio d’Europa.

I commenti dei lettori