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Bonus facciate, altri cento cantieri nel 2022 a Venezia

Salmistrari (Ance): mancano manodopera e materie prime. Oltre un centinaio le richieste sul filo di lana, molte addirittura tra il 30 e il 31 dicembre, per poter usufruire del bonus facciata del 90 per cento, che nel 2022 scenderà al 60 per cento

Manuela Pivato
1 minuto di lettura

VENEZIA. Cadono i teloni, si smontano le impalcature, gli operai smantellano i cantieri e i primi palazzi figli della prima corsa al bonus facciate ritornano alla città. Da campo Sant’Angelo alla Fava, da Santo Stefano a Rialto, gli edifici freschi di intonaco si riaffacciano alla vita, per la grande gioia – soprattutto – dei loro abitanti che finalmente rivedono la luce.

Dopo la prima tranche di cantieri, aperti la scorsa primavera ora in dirittura d’arrivo, e la seconda – iniziata a fine estate e destinata a durare ancora due o tre mesi – si sta mettendo in moto la terza fetta di restauri per la quale, a dicembre, c’è stata una vera e propria corsa. Oltre un centinaio le richieste sul filo di lana, molte addirittura tra il 30 e il 31 dicembre, per poter usufruire del bonus facciata del 90 per cento, che nel 2022 scenderà al 60 per cento.

Complessivamente stanno per mettersi in moto lavori per dieci-venti milioni di euro, considerato che la media per ogni facciata è di 200-300 mila euro, con punte di 500 mila euro per facciate particolarmente grandi e complesse. «Sicuramente il bonus facciate al 90 per cento ha dato una grande spinta all’estetica della città – spiega il presidente dell’Ance Venezia, Giovanni Salmistrari – l’importante, però, è che non si continui a mettere la mani sulla legge».

La norma approvata nei giorni scorsi dal Consiglio dei Ministri, che prevede la cessione del credito d’imposta generato dal superbonus 110% per una sola volta, senza successive cessioni, è «una norma sciagurata che va a colpire, limitandola, la cessione dei crediti, vale a dire uno dei meccanismi che avevano garantito il successo del Superbonus e degli altri bonus edilizi, trasformandoli in uno straordinario volano – dice ancora Salmistrari – si interviene per l’ennesima volta sulla disciplina delle agevolazioni, dimostrando anzitutto una totale schizofrenia legislativa che crea incertezza e disorientamento. Una legge che cambia in continuazione crea confusione, con il risultato che i clienti si agitano, chi deve lavorare si agita, tutti si agitano. Le leggi devono essere semplici e restare tali per tutto il periodo della loro durata».

Nella frenesia dei cantieri, per chi sta partendo o dovrebbe partire, si ripresenta la questione della manodopera e delle materia prime. Pochi gli operai e i tecnici disponibili mentre lievita ancora il costo dei materiali. «La manodopera è insufficiente rispetto ai lavori - dice ancora Salmistrari - a questo si aggiunge l’aumento sensibile dell’energia nelle fabbriche». Le maggiori difficoltà riguardano gli isolamenti termici. Se una volta l’attesa era di quindici giorni, ora può raggiungere i due mesi. —

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