Zero prenotazioni, hotel chiusi si salva chi accoglie i lavoratori
Alessandro Abbadirriviera
Alberghi e ristoranti della Riviera, la paura della pandemia ha mandato a picco prenotazioni e cenoni. Chi aveva pensato di poter rimanere aperto anche dopo le feste, ha chiuso mandando in ferie il personale almeno fino a Carnevale che cade a inizio marzo. Chi comunque lavora, lo fa quasi esclusivamente con i pernottamenti e i pasti di operai e tecnici che lavorano nella zona di Porto Marghera. Fra una ventina di alberghi e ristoranti di rilievo in Riviera lavorano circa 200 persone e altre 100 sono nell’indotto.
Ad analizzare la situazione è Adelino Carraro, titolare del ristorante Burchiello e storico esponente provinciale della sezione turismo di Confcommercio. «Dicembre e inizio gennaio sono stati brutti periodi per le realtà ricettive della Riviera. Si è tenuto aperto in tanti casi anche quando, con l’esplosione della variante Omicron, sono cominciate a fioccare disdette a raffica. Tanti alberghi hanno resistito solo per professionalità, tenacia e volontà di non darsi per vinti». Le prenotazioni si sono ridotte di metà nella maggioranza dei casi a Natale e Capodanno. Carraro sottolinea come a lavorare, seppur a ritmo ridotto, da ora fino a Carnevale (se si farà) saranno gli alberghi che ospitano lavoratori o tecnici dell’area di Porto Marghera. «È chiaro che questo mercato», chiarisce, «è legato alla vicinanza con l’area industriale. Più si va verso Padova, meno prenotazioni di questo tipo ci sono». Carraro sottolinea come sarebbe opportuno vi fossero riduzioni di tasse come quella dei rifiuti o delle bollette energetiche. «Con questo clima di pandemia arrivano pochissimi clienti e solo nei fine settimana», conferma Marco Gottardo, direttore di Federalberghi Veneto.
Condivide i problemi del comparto Andrea Martellato, presidente dell’Ogd della Riviera e del Miranese. «Il fenomeno purtroppo è concreto. Anche nel mio Comune, Fiesso, alcuni alberghi hanno chiuso e riapriranno fra qualche settimana. Alcune strutture hanno gestioni familiari, altre hanno dipendenti. I Comuni possono cercare di abbassare le percentuali delle tariffe, ma le tasse non le possono cancellare. Ci aspettiamo dal Governo un atto di aiuto». —
Alessandro Abbadir
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