Green pass per piega, lampade e sigarette. I parrucchieri veneziani: «Ok, ma occhio agli abusivi»
I tabaccai contrari alla stretta: «Durante il lockdown eravamo considerati servizio essenziale e lo siamo ancora»
Marta Artico
VENEZIA. Cambiano le regole. Ancora. Da domani sarà Green pass obbligatorio anche per accedere ai saloni di acconciatura ed estetica, per andarsi a fare una piega piuttosto che tagliarsi i capelli o prenotare un massaggio. Un nuovo adempimento da rispettare per le aziende, che la categoria non considera un problema, anche se ne mette in evidenza luci ed ombre di attività che con la crisi e il Covid, hanno subito rallentamenti e stop&go.
«Da un anno e mezzo ormai parrucchieri ed estetiste lavorano solamente per appuntamento, registrano le temperature corporee e sanificano le postazioni» osserva Michele Barison, segretario metropolitano di Cna Benessere Venezia.
«Verificare il possesso del Green pass quindi non sarà certo una difficoltà insormontabile, tanto più che i nostri artigiani sanno bene che si tratta di un provvedimento reso necessario dall’emergenza e utile all’obiettivo comune di fronteggiare la pandemia. Come lo sa la stragrande maggioranza della clientela, cosa che stiamo riscontrando dalle risposte agli avvisi che da qualche giorno stiamo inviando via social o a mezzo whatsapp».
C’è un però che riporta a galla un annoso problema che si è acutizzato con la pandemia. «Ciò che la categoria non tollera, e che coglie l’occasione per rimarcare», prosegue il rappresentante veneziano della Confederazione Nazionale dell’Artigianato, «è che mentre tante aziende in regola osservano con scrupolo le disposizioni e i protocolli contribuendo a tutelare la salute di tutti, continua a imperversare l’abusivismo, da sempre una piaga di questo settore, ed operatori improvvisati e inaffidabili non rispettano nessuna precauzione e rischiano di favorire l’espandersi del virus».
«Ben venga dunque il pass “verde” obbligatorio per i servizi alla persona» conclude quindi Barison «ma per quanto ci riguarda chiediamo con forza ad istituzioni e forze dell’ordine che al contempo si facciano più serrati i controlli per contrastare gli abusivi. Ormai non si tratta più soltanto di concorrenti sleali ed evasori del fisco, ma anche di pericolosi veicoli di contagio».
«Sono a favore anzi dovrebbe essere anche rafforzato per tutelare noi operatori e le clienti che soggiornano ore da noi. Avere un controllo su chi entra è pienamente corretto, e già si fa» commenta Sergio Gnan di Beauty Fashion, rappresentante di categoria Cgia «unico appunto, il fatto che si dovrebbe fare chiarezza su dosi, quante, tamponi, per equiparare un po’ tutti i fornitori di servizi e non creare confusione nelle persone, che già devono adeguarsi a mille regole e non capiscono più nulla».
Non si può dire lo stesso dei Tabaccai, che potrebbero riscontrare più difficoltà: «Lavoriamo per far cadere quest’obbligo «commenta la Federazione «siamo servizi essenziali, lo eravamo anche con il lockdown, quando tenevamo aperto noi, i giornalai, le farmacie: non vediamo perché ora non debba essere così. Inoltre per noi lavorare, vendere biglietti e fare abbonamenti mentre si chiede il green pass, è complicato».
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