Speedline, fumata nera dal primo incontro «Rischio svuotamento dello stabilimento»
I sindacati chiedono certezze sulle campionature, tra i punti base dell’accordo. Zaia: «L’azienda mantenga gli impegni»
Alessandro RagazzoSANTA MARIA DI SALA
Chiarezza sulle campionature di Speedline, altrimenti non si tratta. Suona più o meno così l’invito a Ronal Group lanciato da Fim Cisl e Fiom Cgil all’incontro di ieri convocato dalla Regione. Ragion per cui il confronto, di fatto, non è nemmeno partito. Ci si rivedrà nei prossimi giorni, forse già in settimana, se ci saranno le risposte alle domande poste. Dunque si è chiuso ancor prima di cominciare il primo incontro dopo la retromarcia del 7 gennaio da parte del gruppo svizzero sulla volontà di voler chiudere lo stabilimento di cerchi in lega di Santa Maria di Sala entro quest’anno per portare tutto in Polonia e Germania. E la Regione, per voce del presidente Luca Zaia e della sua assessora al Lavoro Elena Donazzan mettono in guardia Ronal Group: «Si teme lo svuotamento dello stabilimento».
QUESTIONE CAMPIONATURE
È considerata cruciale dai rappresentanti dei lavoratori e più volte emersa tra interviste e assemblee: non si vuole che Ronal Group si affidi ad altri fornitori per penalizzare, alla lunga, proprio l’azienda salese. Ciò significherebbe smantellare o comunque non privilegiare più la fabbrica di Tabina. Ieri la società ha presentato alcuni documenti ritenuti insoddisfacenti da Fim Cisl e Fiom Cgil, tanto da convocare un incontro tra le Rsu e i responsabili Speedline tra oggi e domani. Da questo confronto, i sindacati vogliono vederci chiaro e, quando tutte le carte saranno a posto, allora inizierà il ragionamento vero e proprio, coinvolgendo proprio il Ministero dello Sviluppo economico e la Regione con un nuovo faccia a faccia magari già questa settimana come si augurano le sigle sindacali.
ZAIA E DONAZZAN
Sulla vertenza e la riunione di ieri si è fatto sentire il presidente del Veneto Zaia che non le manda a dire a Ronal Group. «Non ci bastano le parole», commenta, «Serve che agli impegni dichiarati facciano seguito azioni concrete a salvaguardia del livello produttivo e, soprattutto, del livello occupazionale». Lo stesso Zaia invita tutti a fare la propria parte, confermando l’impegno di Palazzo Balbi a seguire la questione per salvare Speedline. «Il nostro impegno», continua, «è per trovare una soluzione a garanzia dei lavoratori. Ognuno sia consapevole del proprio impegno in questa partita». Gli fa eco Donazzan, ieri presente al confronto. «Sono emerse diverse criticità. I sindacati hanno rilevato delle questioni che appaiono molto significative, manifestando i timori che, al di là degli impegni presi dalla proprietà il 7 gennaio, si stia procedendo allo svuotamento dello stabilimento», chiarisce l’assessora, «È una preoccupazione molto sentita e condivisa rispetto al concreto rischio di depauperamento di Speedline. Nella mia esperienza ho già vissuto situazioni con trattative non trasparenti, tese al raggiungimento dell’obiettivo della chiusura attraverso lo svuotamento dell’impianto, delle produzioni, la cessione di brevetti e stampi. Non vogliamo che si ripeta questa triste storia. Fu così per Acc, non deve essere per Speedline».
TRA PRESIDIO E NORMALITÀ
Mentre il mondo sindacale e politico si sta muovendo, resta “immobile” il presidio ai cancelli di via Salgari. Non è ancora stato smantellato, anche se l’attività è ripresa a pieno regime dal 10 gennaio con la fine dello stato di agitazione e delle gerie. I camion entrano ed escono con la merce e il clima è di normalità. Tutto dipenderà da come proseguiranno le trattative: i lavoratori sono pronti a tornare a farsi sentire. —
Alessandro Ragazzo
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