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San Stino, papà di tre figli stroncato a 46 anni da una epatite

Giovanni Mannino era titolare dell’agenzia immobiliare Obiettivo Casa. Pioggia di commenti sui social. La sorella «Ora sei il mio angelo custode»

Rosario Padovano
1 minuto di lettura

SAN STINO. Era positivo al Covid dopo la terza dose, ma è morto il 15 gennaio  all’ospedale di Portogruaro per le conseguenze di un’epatite fulminante Giovanni Mannino, 46 anni. Comunità in lutto a San Stino di Livenza, dove l’imprenditore e padre di famiglia abitava da tempo.

Mannino, originario di Casteldaccia nel Palermitano, era titolare dell’agenzia immobiliare di San Stino Obiettivo Casa, la cui sede si trova in piazza Goldoni.

L’uomo lascia nel dolore la moglie Moira Salgarella, architetto che collabora con il Comune e tre figli molto piccoli. Oltre ai genitori, ai fratelli, a una sorella e a molti parenti, sia in Veneto che nell’adorata Sicilia dove spesso con Moira e i ragazzi tornava.

Il rosario verrà recitato in suffragio domani 17 gennaio alle 17.30 nella chiesa di Santo Stefano, dove invece martedì 18 gennaio, con inizio alle 10, verranno celebrate le esequie. Un uomo cordiale, solare, sempre sorridente, caratteristica che aveva ereditato dal suo Sud, si era stabilito al Nord felicemente, dandosi da fare al lavoro.

Attraverso la sua agenzia ha aiutato tante giovani coppie di San Stino e dei dintorni a trovare una casa, assicurando un solido domani. Poi l’incontro con Moira, l’amore della sua vita.

Insieme formavano una coppia ammirata da tutti. Il suggello di questo sogno d’amore ci fu un anno e mezzo fa, quando Giovanni e Moira si sposarono. Insieme hanno condiviso gioie, tante, e amarezze. C’erano Moira e la famiglia, che gli sono stati accanto, quando Giovanni si è sentito male.

Il rapido precipitare degli eventi ha lasciato attoniti quanti gli volevano bene, le persone che con lui hanno condiviso un pezzo di vita, che con lui hanno lavorato.

Sui social gli ultimi scatti di Giovanni a casa, in attesa del nuovo anno che stava arrivando, e poi un diluvio di messaggi che adesso inondano letteralmente la sua bacheca. In una storia su Instagram, sul profilo della moglie, compare un collage con foto di momenti vissuti dalla coppia; in un’altra c’è lo schermo nero, listato a lutto.

«Amore mio» ha scritto poi la sorella di Giovanni, Nina Mannino «ora sei il mio angelo custode, come sei sempre stato. Soltanto che ora porti davvero le ali. Ti amo, riposa in pace». Si accavallano ricordi, aneddoti, la gente si fa viva per un ricordo da tutta Italia.

Di Giovanni rimangono il sorriso, l’amore infinito per la moglie e i figli, le corse in moto per assecondare la passione che coltivava da ragazzo. In mezzo, un vuoto incolmabile, segnato dagli interrogativi che resteranno senza risposta, sulla sua improvvisa scomparsa.

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