Veneto Acque vince la partita Gestirà il Vallone Moranzani
Dopo il braccio di ferro con Veritas la Regione decide di affidare alla società il sito dove verranno stoccati i fanghi dei canali. Sifa vuole 8 milioni di indennizzo
Francesco Furlan
La Regione toglie la gestione definitivamente del Vallone Moranzani a Sifa e la passa a Veneto Acque, società controllata interamente dalla stessa Regione.
Il passaggio è stato formalizzato a fine dicembre con un decreto della Direzione Ambiente e transizione ecologica della Regione con il quale si “voltura” - cioè si trasferisce - l'Autorizzazione Integrata Ambientale da Sifa a Veneto Acque.
Era il passaggio atteso per far ripartire il progetto del Vallone Moranzani dove dovrebbero essere trasferiti i fanghi derivanti dall’escavo dei canali.
Un passaggio atteso, anche se resta da capire quando Veneto Acque potrà realmente mettersi al lavoro per il progetto, che agli occhi dei residenti di Marghera e Malcontenta sta piuttosto prendendo la forma di un miraggio. Il progetto del Vallone Moranzani prevedeva la realizzazione di circa 200 ettari di parco urbano allocando su una collina sedimenti e fanghi derivanti dall’escavo dei canali e di depurazione civile, resi stabili e quindi non reattivi, realizzando una fascia verde per separare la zona industriale di Porto Marghera dai centri abitati più vicini, tra tutti Malcontenta.
L’accordo, vecchio di 13 anni, è sostanzialmente rimasto sulla carta, se si fa eccezione per una piccola parte. E anche i fanghi ora depositati nell’area nota come area 23 ettari, gestita da Veritas (è un’area dove sono depositati i fanghi degli scavi dei canali portuali del periodo 2010-2014 oltre ai fanghi di depurazione civile di Veritas) non sono ancora stati trasferiti nell’area del Vallone, con un reciproco scambio di responsabilità tra i vari soggetti in campo. Ora, con l’ultimo decreto della Direzione Ambiente della Regione, Sifa dovrà cedere le aree del Vallone a Veneto Acque, e non è detto che la società sia disposta farlo in tempi così rapidi. Sifa infatti, rimasta senza il Vallone e senza gli incassi derivanti dalle tariffe per lo smaltimento dei fanghi, ha chiesto alla Regione 7,8 milioni di euro come forma di indennizzo. La gestione dei fanghi era infatti una delle attività più remunerative per Sifa. La Regione però si è opposta a questa richiesta di soldi e Sifa ha deciso quindi di portare la Regione in tribunale sostenendo di dover essere risarcita del «valore delle opere realizzate più gli oneri accessori al netto degli ammortamenti oltre all’eventuale lucro cessante dei servizi già attivati». Un contenzioso che, come è accaduto fino ad ora, rischia di avere ripercussioni sui lavori per il Vallone. Come noto Sifa è la società consortile concessionaria della Regione che si deve occupare di raccogliere e trattare gli scarichi delle aziende di Porto Marghera attraverso il Pif (Progetto integrato Fusina). E’ controllata da Mantovani con il 47% delle quote, mentre Veritas ha il 32% del capitale sociale. —
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