L’unica coppia rimasta in fabbrica «Abbiamo lavorato con il cuore»
Emanuela e Diego sono assunti entrambi nello stabilimento di Tabina «L’azienda era come una casa e ora quanta amarezza che ci resta»
ru.b.
la storia
Negli anni d’oro, la Speedline era anche una sorta di “agenzia matrimoniale”. Molti giovani, quasi tutti della zona, un grande gruppo affiatato dentro e fuori il lavoro. E così succedeva che sbocciasse l’amore. Come nel caso di Emanuela Marzo e Diego Zampieri che oggi sono rimasti l’unica coppia che ancora lavora per Speedline. Le altre se ne sono andate. Emanuela e Diego no: lei prima assistente del direttore commerciale e ora impiegata della logistica, lui partito giovanissimo come operaio e cresciuto fino a diventare project manager, entrambi 55enni, sono sposati, non hanno figli e davanti a loro vedono un grande punto interrogativo.
«Speedline ha contribuito a creare diverse famiglie, lo stabilimento era come una casa», racconta Emanuela con nostalgia, «Ora questo colpo della delocalizzazione. Almeno l’ad di Ronal poteva avere il coraggio di dircelo in faccia. Lui che in una delle prime mail ci aveva chiesto di chiamarlo semplicemente Oliver (Brauner, ndr)». «Tutti noi, che io definisco la manovalanza, abbiamo sempre fatto il nostro dovere con il cuore», continua Emanuela che sull’albero di Natale fuori dal presidio ha portato proprio un cuore. E ora? «Non abbiamo grandi speranze, si lotta ma siamo tutti con la tristezza nel cuore. Facevamo le ruote migliori del mondo. E adesso pensare che ci hanno succhiato tutte le conoscenze...», conclude l’impiegata, «Se la fabbrica chiude, con mio marito cercheremo di riposizionarci. Sperando di non erodere nel frattempo i risparmi accantonati per la vecchiaia». —
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