Villa Spica, l’Usl boccia l’accoglienza di migranti
I risultati dell’ispezione: pulizie e disinfestazioni urgenti, verifiche sul solaio. Naletto: «Lì è un magazzino di donne e bimbi»
Alessandro AbbadirDOLO
L’Usl 3 in ispezione a villa Spica: individuate diverse irregolarità nella struttura gestita dalla coop Ekene per conto della Prefettura dove sono ospitate donne migranti con i loro bambini. Il Comune di Dolo, dal canto suo, ribadisce come villa Spica non sia un luogo di accoglienza. Nelle scorse settimane le condizioni in cui versano gli ospiti della villa sono salite alle cronache. Nel centro di accoglienza straordinaria per immigrati (Cas) vivono 50 donne (quando ne sono previste al massimo 32) e 10 bambini in condizioni precarie.
«Il servizio di Igiene e Sanità pubblica dell’Usl 3», spiegano dal Comune, «a fronte delle nostre segnalazioni, ha scritto il 24 dicembre scorso, a seguito del sopralluogo effettuato, come siano indispensabili e urgenti interventi di radicale riordino, pulizia e disinfestazione dei locali, ripristino degli intonaci e delle porte mancanti, revisione degli estintori, ripristino dei collegamenti elettrici in conformità alla normativa, verifica della certificazione della conformità delle caldaie e attestazione delle manutenzioni periodiche e soprattutto una valutazione tecnica relativamente alla staticità delle travi del solaio tra piano terra e primo piano interessate da infiltrazioni d’acqua e infestazioni di parassiti».
Il Comune da tempo si batte per garantire migliori condizioni di vita alle donne e ai bambini migranti ospiti in quel contesto. «Purtroppo oggi villa Spica», spiegano il sindaco Gianluigi Naletto e l’assessore di reparto Chiara Iuliano, «è un precario magazzino di donne e bambini. Grazie al proficuo lavoro in corso con la Prefettura di Venezia e le forze dell’ordine, la situazione sembra essere in fase di miglioramento. In queste ore fortunatamente è in corso lo spostamento di alcune ospiti in strutture che più e meglio sono in grado di garantire l’accoglienza. Noi non chiediamo che qualche ospite venga spostato in un’altra struttura, ma pretendiamo umanità, dignità e percorsi di accoglienza all’altezza di un Paese civile. La nostra amministrazione da molto tempo denuncia come la soluzione villa Spica, indicata quale temporanea ed emergenziale ma ormai consolidata da diversi anni, appaia inappropriata sia dal punto di vista strutturale, sia per ciò che concerne il percorso di accoglienza».
Precise le conclusioni dell’ente locale che ha ribadito come la struttura possa diventare nel futuro un albergo o una villa da visitare. «Accogliere persone che giungono da altri Paesi dopo inenarrabili sofferenze», conclude il sindaco Naletto, «significa garantire loro un luogo sicuro e salubre nel quale svolgere attività educative e professionalizzanti che conducano alla piena autosufficienza. Il Comune è pronto come sempre a fare la sua parte per garantire un futuro a queste donne e a questi bambini, condividendo un progetto vero e non altre soluzioni tampone».
Simone Borile, ai vertici della coop Ekene, ha preferito non commentare i risultati dell’ispezione dell’Usl. —
Alessandro Abbadir
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