Un ritardo di cinquanta minuti è costato il ricorso alla Procura
La vicenda è quella della contestazione dell’accusa di associazione mafiosa (bocciata dal gip) al gruppo accusato di voler controllare i trasporti turistici
Cinquanta minuti di troppo, per un equivoco sull’orario di apertura della cancelleria del Tribunale del Riesame.
Si spiegherebbe così il ritardo con il quale la Procura ha presentato fuori termine il ricorso contro la decisione della giudice delle indagini Barbara Lancieri di contestare agli indagati dell’inchiesta sulla ricostruzione della banda dei “mestrini”, agli arresti con l’accusa di voler conquistare il controllo dei trasporti turistici a Venezia (a suon di rapine armi in pugno ed estorsioni, ma anche traffico di stupefacenti) non l’ipotesi di accusa prospettata dalla Procura – associazione per delinquere di stampo mafioso, 416 bis – ma un’associazione per delinquere “semplice”, con l’aggravante dei metodi mafiosi, che è stata contestata ai vertici del gruppo per alcuni dei molti reati nel lungo capo di imputazione.
Per la gip non una mafia che agiva in regime di monopolio, grazie alla sua forza di coercizione, ma un’organizzazione criminale, pur con metodi talvolta mafiosi. Una aggravante.
Il Tribunale del Riesame non aveva neppure affrontato nel merito la questione, dichiarando inammissibile il ricorso perché presentato fuori tempo massimo.
Dieci giorni dalla notifica dell’atto, il termine per presentare appello da parte della Procura: 10 giorni e 50 minuti il tempo, invece, impiegato.
All’origine del tutto ci sarebbe stata la decisione della pubblica accusa di attendere il completamento da parte dei carabinieri dell’arresto degli indagati, prima di depositare la richiesta (pur già predisposta, avendo ricevuto in anticipo rispetto alle difese, la notifica dell’ordinanza), per evitare il rischio di eventuali fughe di notizie.
Un appello, quindi, sul filo del rasoio – quanto ai tempi – al quale poi si è aggiunta la convinzione che la cancelleria del Riesame chiudesse alle 13: invece l’orario attuale di apertura “sportello” è 9-12.
Risultato, la cancelleria ha comunque ricevuto il ricorso, ma registrando l’orario “extra” e, nei giorni scorsi, la scadenza termini è stata infine confermata dai giudici. Ora la Procura sta comunque valutando – ne ha facoltà – di procedere comunque con la contestazione dell’accusa di associazione per delinquere di stampo mafioso, quando si tratterà di chiedere il rinvio a giudizio degli indagati.
Ieri, intanto, la discussione della posizione degli ultimi quattro indagati ad aver presentato ricorso contro la misura cautelare che li ha portati in carcere o agli arresti domiciliari: sinora in tre casi (su 37 misure cautelari) la misura decisa dalla gip su richiesta della Procura, è stata attenuata dal Riesame, in un caso scarcerando l’indagato. —
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