Ca’ Foscari guarda a palazzo Rio Novo e vuole uno spazio anche al Lido
La rettrice Tiziana Lippiello illustra il piano strategico «Vogliamo essere un laboratorio di futuro per la città»
Vera Mantengoli
L’università Ca’ Foscari punta ad acquisire la sede della Fondazione di Venezia a Rio Novo e nuovi spazi a Treviso e per il futuro sogna la Caserma Pepe al Lido, vicino alla Scuola dell’ospitalità che dovrebbe sorgere in una parte dell’ex Ospedale al Mare.
All’Auditorium Santa Margherita la rettrice Tiziana Lippiello ha raccontato obiettivi e azioni del Piano strategico 2021-2026 che si basa su sette ambiti: laboratorio per il futuro, motore culturale per il territorio, punto di riferimento per la sostenibilità e per la formazione, attenzione alla città, sfida digitale e inclusione, parità di genere e giustizia sociale.
«Lo abbiamo chiamato un ponte per il futuro per il riferimento alla città, ma anche per indicare l’impegno a formare la futura classe dirigente» ha spiegato Lippiello. «Il Piano è il risultato di un processo partecipato con il personale, le categorie e le istituzioni perché l’università è un bene comune e deve concorrere allo sviluppo della società civile».
Nove, tra pro rettori e rettrici, direttori generali e referenti della didattica, hanno spiegato gli assi strategici che guardano anche alla possibilità di accedere a finanziamenti del Pnrr (Piano nazionale ripresa e resilienza) e del Miur (per esempio legge 338 per l’edilizia universitaria).
Come annunciato nel programma elettorale, la rettrice vuole ampliare gli spazi, in primis all’area umanistica. Quale edificio migliore di quello della Fondazione di Venezia che si trova vicino al cuore di Ca’ Foscari? Per ora però l’immobile è stato adocchiato. «Abbiamo pubblicato un avviso di interesse per la ricerca di immobili in quell’area e quello sarebbe perfetto, ma non c’è nulla di concreto».
Invece è sicuro che l’università si vuole ampliare al Lido. Per l’isola, che vive soprattutto d’estate, sarebbe un’occasione, ma sul dove non c’è ancora nessuna certezza. Certo, anche in questo caso la Caserma Pepe non è passata inosservata, ma i tempi sono prematuri.
Si parla invece di giorni per quanto riguarda Treviso. «Noi vogliamo consolidare la nostra presenza nel territorio», ha detto la rettrice, ma sulla trattativa in corso non può dire nulla, se non che potrebbe sapersi perfino a giorni e che riguarda il centro storico. Tra le altre trasformazioni, quella della sede dell’Esu a San Tomà che dovrebbe ospitare in futuro uffici e spazi di coworking. Tornando alle linee guida. Il prorettore vicario Antonio Marcomini ha parlato di infrastrutture, annunciando che entro il 2025 l’ateneo si impegna a eliminare gli imballaggi che inquinano e che la sostenibilità sarà uno degli obiettivi da raggiungere su tutte le sedi, ma in tempi più lunghi.
Tra gli obiettivi quello dell’internazionalità. Da poco entrata in Eutopia, la cooperazione tra diverse università europee, Ca’ Foscari ora punta ad avviare un forte dialogo con le università africane.
Qualche giorno fa è stato approvato il piano triennale con un’attenzione particolare agli studenti che è stata ribadita ieri aggiungendo che, oltre all’aumento di borse di studio, verranno avviate iniziative per connettere meglio le superiori all’università e l’università al mondo del lavoro e per avvicinare le ragazze alle cosiddette materia stem (matematica, ingegneria), rompendo il pregiudizio che siano settori per uomini. In programma nuove assunzioni, formazione e miglioramento del welfare. A febbraio sarà presentato il piano dei dipartimenti. —
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