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Venezia, la sfida di Enzo e Luca: riaprire un antiquario dopo la “grande crisi”

Enzo Zanutto e Luca Squarcina hanno aperto Medusa Fine Art vicino alla Fenice con un sogno: fare conoscere ai veneziani gli autori della loro città che ad essa si sono ispirati

ugo dinello
1 minuto di lettura

Luca Squarcina ed Enzo Zanutto nella loro galleria Medusa Fine Art, vicino alla Fenice

 

VENEZIA. Enzo Zanutto ha deciso di tornare nella sua città. Ha deciso di tornare come antiquario, uno tra i pochissimi che ha riaperto dopo la “grande crisi” che ha fatto sparire quasi tutti gli antiquari veneziani. Nel 2008 il crac economico arrivò dopo qualche anno anche in laguna colpendo uno dei settori più rappresentativi della città storica: quello dell’arte antica.

Erano già scomparse le case d’arte storiche come Semenzato, e a poco a poco molte piccole botteghe antiquarie chiusero i battenti.

Ora lui ha deciso di riaprire. Per farlo ha messo in gioco la storia della sua famiglia: nonno, papà e zio erano tra i più famosi restauratori di dipinti antichi in città.

Attraverso le loro mani erano passate tele memorabili, di proprietà pubblica e privata, ed Enzo, sin da giovanissimo aveva imparato quell’arte che lo aveva portato a lavori in mezza Europa, ma che gli aveva anche permesso di riconoscere immediatamente l’opera “buona” dalle altre, aprendo infine nel 1977 una sua attività antiquaria vicino alla Fenice.

Poi, con il buio della bolla economica, quella vetrina si era spenta. Ora Zanutto torna assieme a Luca Squarcina, esperto di case d’aste internazionale che è rientrato a Venezia, sua città natale, dopo anni passati a Modena come esperto d’arte.

Insieme hanno fondato Medusa Fine Art, in calle de la Verona, a metà strada tra calle de la Mandola, l’Ateneo Veneto e La Fenice.

Venezia riparte, il ritorno di un antiquario nella sua città. La storia di Enzo e Luca

L’idea è quella di proporre arte veneziana e veneta a veneziani e veneti, valorizzando autori che erano per la maggiore nel loro periodo di attività, sia in città sia in Europa.

La decisione di tornare viene dalla passione: «C’è sempre la voglia di mostrare quello che si scopre e che si sceglie», spiega Zanutto, «mi piace molto l’idea di tornare nel mio territorio per il mio territorio, spero non sia una scelta azzardata, ma vogliamo essere un’attività veneziana, ovviamente aperta al mondo dell’arte, che è il mondo intero».

Così nella galleria campeggiano degli olii di Sante Cleara, la “Sacra conversazione” o Pietro Bellotti, il fratello di Bernardo Bellotto e nipote di Canaletto, ma anche Giuseppe Zais, che nel 1700 venne considerato “il paesaggista”, sia veneziano che veneto.

«Uno dei nostri obiettivi», spiega Squarcina, «è riportare a Venezia pittori veneziani e veneti, specie i loro dipinti inediti, opere che sono viste più nei musei che nelle case».

Ma accanto a un Gabriele Bella con una veduta di piazza San Marco di metà Settecento c’è anche un’opera pop di Fabrizio Plessi del 1965. Opera rara e da vedere perché il ritorno di Enzo Zanutto e Luca Squarcina, oltre a essere un’impresa commerciale, è un’apertura culturale. 

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