Corteo per l’ex Umberto I di Mestre. “Gli spazi pubblici tornino alla città”
Commercianti e rappresentanti delle associazioni all’iniziativa del comitato nell’area del buco nero in centro a Mestre
Francesco Furlan
MESTRE. “Questo è il cuore di Mestre, 4 ettari che da anni rappresentano il grande buco nero della città. Un buco nero che, almeno in parte, già dal 2016 poteva essere riempito perché al Comune appartiene un’area di 18 mila metri quadrati, compreso i padiglioni storici del vecchio ospedale. Chiediamo al Comune di intervenire”. L’appello è di Monica Coin, portavoce del comitato ex Umberto I per il Bene comune che questa mattina ha organizzato una breve corteo, nelle aree simbolo dell’area, cui hanno partecipato circa 70 persone.
Mestre, la portavoce del comitato ex Umberto I: "Rivitalizzare questo buco nero"
La vicenda dell’ex ospedale, nel centro di Mestre, è una delle partite urbanistiche più importanti della città. Con il trasferimento dell’ospedale nella nuova struttura di Zelarino, l’ospedale dell’Angelo, nel 2008 l’area di 4 ettari a ridosso del Marzenego in centro a Mestre è stata ceduta dall’Usl è stata ceduta ai privati, prima alla Dng e poi, dopo la procedura fallimentare della società che ha, tra le altre cose, pagato le ripercussioni della bolla immobiliare scoppiata proprio in quell’anno, al gruppo Alì, che ne è proprietario dall’estate del 2019. Il masterplan presentato dalla società nel settembre del 2020 prevede la realizzazione di un supermercato di cinque condomini con appartamenti di lusso. Ma i tempi dell’operazione sono ancora incerti, e soprattutto i comitati chiedono che, al di là dell’iniziativa privata, il Comune prenda possesso dei padiglioni storici che, in base all’accordo con il gruppo Alì, resteranno pubblici.

“Noi vogliamo tenere alta l’attenzione su questi 4 ettari”, ribadisce Coin per il comitato, “i padiglioni storici sono di fatto sottratti alla cittadinanza, è un danno soprattutto sociale, ma anche patrimoniale, gli edifici si trovano in condizioni pessime e bisogna intervenire. Per questo abbiamo anche presentato un esposto alla Corte dei conti per danno erariale”.
Alla manifestazione hanno partecipato commercianti, i rappresentanti di molti comitati – dell’area Ulloa, viale San Marco, i No Navi, il laboratorio Pandora – e anche una nutrita fetta di consiglieri comunali di opposizione: Paolo Ticozzi e Giuseppe Saccà per il Pd, Sara Visman per il Movimento Cinque Stelle, Gianfranco Bettin per la lista di Venezia Verde e progressista, Giovanni Andrea Martini per Tutta la città insieme. Tra gli altri anche l’ex presidente della Municipalità di Mestre, Vicenzo Conte e il presidente del Centro Studi storici di Mestre Roberto Stevanato.
L’area dell’ex Umberto I è infatti fortemente identitaria per la città di Mestre. Qui infatti c’era il Castelvecchio di Mestre. “Qui c’è stato il primo insediamento, alcune tracce ci sono ancora, potrebbero essere recuperate e valorizzate per tutta la città”. “L’aspetto centrale è il recupero dello spazio verde, l’ansa del Marzenego potrebbe essere recuperata, il comune si limita a fare, ancora una volta, da facilitatore per gli investimenti dei privati”, dice il consigliere comunale Bettin, “ma manca una regia”. Tra le tappe del corteo di protesta anche gli spazi dell’ex Cup, da fine novembre occupato dai ragazzi del laboratorio Pandora. “Spazi per i giovani non ci sono, qui ospitiamo molti incontri, anche le assemblee degli studenti”, raccontano i ragazzi.
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