«Dimostreremo all’Unione europea l’assoluta specificità della nostra pesca»
Presentata la quattro giorni di maggio sul comparto in crisi L’anteprima è in programma il 13 dicembre a Chioggia
vera mantengoli
CHIOGGIA
Proposte, non proteste. Per dimostrare all’Europa l’importanza della pesca dell’Alto Adriatico, la Regione, in collaborazione con i Comuni di Chioggia, Caorle, Venezia e Porto Tolle, ha preparato un percorso a tappe che culminerà a maggio con la stesura di un documento arriverà nei tavoli di Bruxelles. Non bastava la pandemia a danneggiare la pesca. Le ultime indicazioni europee hanno posto (o stanno ponendo) delle condizioni restrittive che non sono state digerite dalla filiera. Per questo la Regione si sta preparando per tempo a consegnare i suggerimenti all’Europa per il prossimo piano settennale Feampa (Fondo europeo affari marittimi, la pesca e l’acquacoltura) che partirà proprio nel 2022. Tra gli obiettivi quello di togliere le telecamere a bordo delle imbarcazioni ma soprattutto di non ridurre ulteriormente le giornate di pesca.
Ieri, nella sede Grandi Stazioni della Regione, l’assessore regionale alla Pesca Cristiano Corazzari ha presentato gli Stati generali della Pesca e del distretto del Nord Adriatico in programma dal 3 al 6 maggio e anticipati da un incontro a Chioggia il 13 dicembre. «Parliamo di 3.100 aziende e 4.500 addetti di tutta la filiera in Veneto, due terzi delle quali lavorano in laguna, senza contare le 850 barche immatricolate in questo settore, 650 soltanto a Venezia e a Chioggia», ha detto l’assessore che ha presentato il programma alla presenza dell’europarlamentare di Portogruaro Rosanna Conte, a capo proprio della commissione per la Pesca, e di altri dirigenti. Tra gli obiettivi quello di individuare con gli addetti ai lavori le potenzialità, le strategie e le politiche del settore e formare una voce unica che scuota l’Europa. «La filiera in Europa vale sette miliardi di euro, 900 milioni provenienti dall’Italia e il 47% di questi dal Veneto», ha aggiunto Massimo Barbin, presidente del Distretto ittico di Rovigo e Chioggia.
I quattro giorni di Stati generali avranno lo scopo anche di incidere sulla Carta ittica regionale che entrerà in vigore a fine maggio 2022. Di venericoltura, ossia dell’allevamento dei molluschi, si parlerà nel primo giorno di lavori a maggio a Chioggia. Il secondo giorno a Porto Tolle si affronteranno i temi della sostenibilità ambientale e dell’acquacoltura di cui il Veneto è leader in Europa. Il terzo giorno a Caorle si discuterà dei quattro punti del programma operativo del Feampa (in sintesi: promuovere la pesca sostenibile; promuovere i prodotti della pesca contribuendo alla sicurezza alimentare; consentire la crescita di un’economia blu e rafforzare la governance internazionale degli oceani e garantire mari gestiti in modo sostenibile) che verrà poi consegnato dalla Regione a Roma affinché venga trasmesso all’Europa.
L’ultimo giorno a Venezia, come ha spiegato Alessandro Scarpa Marta, delegato del sindaco Brugnaro, sarà dedicato alle proposte che verranno presentate come Distretto della pesca che racchiude Veneto, Friuli Venezia Giulia, Marche ed Emilia). Per rendere il settore sempre più green&blu, il Distretto sta collaborando con le università, per esempio nel riciclare il calcio dei gusci dei mitili e dei molluschi. Tali allevamenti riescono a trattenere una grande quantità di Co2. «Per me che devo rappresentare l’ambito in Europa, il lavoro del Distretto è prezioso», ha detto Conte, «Il comparto è sottovalutato, dobbiamo dimostrare quanto i nostri prodotti siano unici. Tra gli obiettivi c’è quello di dare agevolazioni per le piccole imprese della pesca e togliere le telecamere dalle barche. Spero che il ministro Stefano Patuanelli batta i pugni per farsi sentire». —
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