Lite su palazzo Granaio Penzo scrive al prefetto
Elisabetta B. AnzolettiCHIOGGIA
Lettera al Prefetto per chiedere verifiche sulla condotta nell’ultima seduta del presidente del Consiglio Beniamino Boscolo Capon, accusato di «aver limitato il diritto di espressione dei consiglieri». L’ha inviata ieri la capogruppo di “Obbiettivo Chioggia” Alessandra Penzo che già in aula aveva avanzato dubbi sulle scelte attuate dal presidente. L’episodio su cui chiede lumi la consigliera riguarda l’ordine del giorno da lei presentato sul ritardo nella chiusura del restauro di palazzo Granaio, ripreso ieri dopo l’ennesimo stop, su cui Boscolo Capon ha disposto il rinvio accogliendo la proposta di un’altra consigliera di minoranza sull’opportunità di convocare una commissione ad hoc.
«Era già successo», spiega la Penzo, «durante il Consiglio del 15 novembre che il presidente abbia messo in rinvio, anche con dichiarata contrarietà della proponente, un ordine del giorno regolarmente accettato sia in commissione capigruppo che dalla presidenza, e regolarmente inserito nella scaletta dei lavori, mettendo ai voti la sospensione del Consiglio con evidente contrarietà delle minoranze. Medesima cosa nel Consiglio del 29 novembre in cui, durante la discussione sul restauro di palazzo Granaio, una consigliera di minoranza affermava che il tema trattato nell’ordine del giorno poteva essere ulteriormente discusso in una commissione consiliare. A quel punto il presidente di sua iniziativa ha messo al voto il rinvio del punto, nonostante la contrarietà esplicita della firmataria che richiedeva anche l’intervento del segretario generale. La contrarietà al rinvio veniva ribadita anche dalla consigliera che aveva precedentemente ipotizzato una successiva commissione consiliare, sottolineando di aver solo suggerito la possibilità di approfondimento per un argomento così importante, ma non di mettere a votazione il rinvio. Il presidente ha proposto comunque il rinvio che con i voti della maggioranza è passato. Chiedo al Prefetto se questa condotta sia legittima e se questo modus operandi non leda la libertà di espressione dei consiglieri di minoranza».
Per palazzo Granaio, il cui intervento di restauro è partito ancora nel gennaio 2016, sono ripartiti in questi giorni i lavori. Mancano le finiture, i serramenti e l’impiantistica del primo piano. Ancora grossi punti di domanda invece sul restauro del piano terra dove insistono le attività commerciali in locazione. —
Elisabetta B. Anzoletti
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