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Riconversione a gas della centrale Enel: Fusina è la prima in Italia a ottenere l’ok

Entro fine anno dismesse due unità a carbone, poi inizierà il cantiere. «Il personale sarà ridotto a 30 addetti»

Francesco Furlan
2 minuti di lettura

VENEZIA. Via libera dal governo per la conversione da carbone a gas della centrale Palladio di Fusina.

La centrale veneziana è la prima tra quelle per le quali il gruppo Enel ha programmato la riconversione a gas (le altre sono a La Spezia, Civitavecchia e Brindisi) ad avere ottenuto l’ok. Tanto che, secondo fonti sindacali, l’avvio della nuova centrale a gas, con il relativo spegnimento degli impianti a carbone, potrebbe arrivare tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024 anche se l’azienda, interpellata, non si sbilancia. Il decreto con parere positivo della Valutazione di impatto ambientale (Via) da parte dei ministeri della Transizione ecologica e della Cultura è arrivato alla fine di ottobre, ma il rilascio dell’autorizzazione non ha avuto molto pubblicità.

Forse si deve al fatto che la riconversione a gas, in città come Civitavecchia e soprattutto La Spezia, è fortemente contestata, nel secondo caso anche dall’amministrazione comunale di centrodestra e dal sindaco della città ligure, Pierluigi Peracchini. Per fermare la riconversione il consiglio comunale ha anche approvato una variante urbanistica che impedisce la realizzazione di centrali a turbogas sul territorio, ritenute altamente inquinanti.

Fino a oggi il progetto di riconversione della centrale veneziana, nel contesto industriale di Porto Marghera, non ha incontrato particolari ostacoli e anche Comune e Città metropolitana sono d’accordo. Oggi alla centrale Palladio sono attive 4 unità termoelettriche convenzionali, con una potenza di 860 Mega watt alimentate a carbone. Due verranno dismesse alle fine 2021.

Se il consumo di carbone a Fusina negli ultimi anni si è progressivamente ridotto, in questi ultimi mesi, con il prezzo del gas alle stelle, le unità stanno lavorando a gran ritmo. Il progetto approvato dai due ministeri prevede l’installazione di una nuova unità a gas (chiamata FS7) con una potenza di circa 840 Mw che andrà progressivamente a sostituirsi alle unità a carbone. Dalla posa della prima turbina (per passare cioè dal ciclo aperto al ciclo chiuso che comprendere il recupero del calore) Enel avrà 12 mesi di tempo per concludere i lavori, come indicano le prescrizioni del decreto di Via. La centrale Enel di Fusina verrà realizzata nell’ambito del progetto del capacity market, che remunera attraverso delle aste la capacità di produrre energia, se e quando necessario. Energia da immettere nelle rete in caso di necessità.

Il progetto di riconversione della centrale di Fusina prevede anche l’installazione di una serie di pannelli fotovoltaici.Dal punto di vista architettoino il progetto di riconversione è stato firmato Frigerio Design Group di Genova che ha vinto il concorso di idee promosso dalla società.

«Si tratta di un progetto fortemente integrato con il territorio che ha trovato consenso da parte degli stakeholder locali, infatti il concorso ha visto la partecipazione attiva anche di questi ultimi nella scelta della migliore progettualità per lo sviluppo dell’intera area», fa sapere Enel.

Rispetto alle polemiche sorte in altre città per il passaggio dal carbone al gas, spiega Gabriela Lanni (Cisl elettrici): «Una fase di transizione verso le energie rinnovabili serve», spiega, «e in questa fase non ci sono molte altre alternative». Dal punto di vista dell’occupazione la centrale Enel Palladio negli anni passati era arrivata ad avere circa 400 dipendenti. Oggi sono circa 150, e con il passaggio dal carbone al gas saranno circa 30. «C’è già un accordo con l’azienda», prosegue Lanni, «che prevede di formare il personale per impiegarlo in altre attività del gruppo, nessuno resterà a casa, proprio come è accaduto per la centrale di Porto Tolle». «Nei prossimi giorni chiederemo un incontro all’azienda», prosegue Luca Stefanello, della Filctem Cgil, «per capire quali saranno i prossimi passi che farà dopo aver ottenuto l’autorizzazione dai due ministeri».

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