In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

Letti ammassati, sporcizia e insetti così vivono 50 migranti a villa Spica

Nella dimora settecentesca trasformata in Centro di accoglienza straordinaria sono ospitate madri con bimbi piccoli

Alessandro Abbadir
2 minuti di lettura

DOLO

Tra le stanze con gli stucchi settecenteschi ci sono letti di fortuna, separé realizzati con i panni stesi, borse e altro materiale accatastati dappertutto, cucine rotte e sporche e frigoriferi in cui il cibo non è conservato in modo corretto. E ancora scarafaggi, bagni e docce in cui l’igiene e la pulizia sono un optional. È questo lo scenario quando si entra a villa Spica a Dolo, dove è stato allestito un Cas, ovvero un Centro di accoglienza straordinaria per immigrati, che la Prefettura di Venezia ha dato in gestione alla cooperativa Ekene, diretta da Simone Borile, già a processo per la gestione del centro migranti di Cona. Una situazione denunciata come pesante dalle stesse ospiti. Nel Cas vivono una cinquantina di immigrate con una decina di bambini, quasi tutti di età inferiore ai 6 anni.

Nel Centro, almeno secondo quanto da noi riscontrato ieri, si entra senza alcun controllo. I cancelli sono infatti aperti. All’interno, la villa è stata trasformata in una serie di aree con “appartamenti aperti” in cui vivono anche più donne e bimbi insieme. La maggior parte delle immigrate proviene dai Paesi dell’Africa. «La situazione è insostenibile», spiega una di loro. «Vivo qui con i miei figli da anni. Ho trovato un lavoro, ma per ora non ho un’ altra sistemazione abitativa e quindi devo restare. Qui i bambini rischiano di farsi male. Ci sono scarafaggi e topi. Il reparto lavanderia funziona sì e no, funzionano male anche le cucine, sia quelle al secondo piano che al pianterreno. Ora fa pure freddo. Controlli non ce ne sono molti durante il giorno. Questa struttura non è adatta ad ospitare tutte queste persone, soprattutto mamme con bambini piccoli. È un palazzo malridotto di 300 anni».Tante donne interpellate hanno paura a parlare delle condizioni in cui si trovano. Alcune sono sprovviste di documenti di soggiorno, altre sono alla ricerca di lavoro. «Le cucine, i bagni e le lavanderie sono insufficienti», denunciano a mezze parole. «Gli addetti che seguono questa struttura sono troppo pochi». Fuori da villa Spica c’è una piscina vuota abbandonata.

La scorsa settimana il sindaco Gianluigi Naletto e la giunta avevano espresso il loro sconcerto per la situazione in cui versano le donne e i bambini, chiedendo percorsi di inserimento nuovi per dare prospettive a queste migranti. Sulla vicenda interviene anche l’ex consigliere Vincenzo D’Agostino che ha preso a cuore la situazione: «Non posso che domandare pubblicamente al prefetto quali accertamenti siano stati fatti, in seguito anche alle segnalazioni del Comune, sulla qualità dei servizi erogati e sul rispetto dei livelli di accoglienza e assistenza stabiliti dalla legge. Alla collettività e agli amministratori affido questa mia denuncia su una situazione dolente che una comunità civile e democratica non può più tollerare. La difesa dei diritti e della dignità delle persone non può e non deve dipendere dal colore della pelle. Se questa situazione non troverà il necessario ascolto in Comune e in Prefettura, trasmetterò segnalazione scritta al Viminale». —

Alessandro Abbadir

© RIPRODUZIONE RISERVATA

I commenti dei lettori