“Mafia” di Bibione Ricorso in Cassazione contro il Riesame
r.d.r- A.Con.
bibione
«Stiamo studiando il provvedimento del Riesame, per valutare bene la situazione e decidere se fare ricorso in Cassazione. Tutte le valutazioni giuridiche in questa materia sono consentite e dovrebbe essere la Cassazione a dire la parola fine. Noi abbiamo un giudice per le indagini preliminari che ha detto che i reati sono questi (il ricorso a metodi di stampo mafioso, ndr)e un Riesame che dice che i reati sono altri e meno gravi. Nessuno ci dice che i reati non esistono: ci sono, ma non così gravi come li abbiamo prospettati noi. Abbiamo dieci giorni dalla pubblicazione per valutare se chiedere alla Corte di darci una risposta definitiva». Così il procuratore di Trieste, Antonio De Nicolo, commenta la pubblicazione delle motivazioni con cui il Tribunale del Riesame - nello scarcerare già ad ottobre gli otto indagati - ha dichiarato insussistente l’aggravante del ricorso ai “metodi mafiosi”, i presunti legami con la camorra da parte di Pietro D’Antonio, le accuse di estorsione (derubricate a violenza privata) mosse dalla Distrettuale antimafia e confermate dal gip che aveva disposto gli arresti (poi cancellati dal Riesame) nei confronti di sette ambulanti e dell’ex presidente dell’Ascom Giuseppe Morsanuto, accusati a diverso titolo di aver esercitato pressioni illegittime per ottenere banchi ai mercatini estivi di Bibione gestiti dalla Pro Loco, nonostante il mancato pagamento delle quote.
Manrico Pedrina, presidente mandamentale di Ascom Confcommercio, ha assunto le redini della delegazione bibionese al posto del dimissionario Morsanuto fino all'elezione del nuovo presidente dell'associazione, che avverrà nel 2022. «Il Tribunale del Riesame», commenta Pedrina, «ha confermato quello che avevamo sempre sostenuto, che né Morsanuto nè Bibione potessero essere accostati a fatti di delinquenza mafiosa. Siamo felici per Giuseppe e la città: a Bibione la mafia non c'è. Al di là dell'iter giudiziario che prosegue siamo tranquilli sul fatto che non ci sia nulla che possa sussistere». —
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