Da un anno tenta di restituire l’assegno Naspi non dovuto
La paradossale vicenda di un’insegnante di 45 anni: ha comunicato all’Inps che ora è assunta, ma continua a ricevere il trattamento di disoccupazione
Matteo Marcon
MOGLIANO
È stata assunta da più di un anno ma, pur avendolo comunicato, continua a ricevere l’assegno di disoccupazione dall’Inps: è la storia di un’insegnante moglianese di 45 anni che insegna a Chioggia. Lei, Vania Sartorel, ha dovuto rivolgersi al legale dell’Adico, associazione a tutela dei consumatori, perché la vicenda ha ormai assunto dei risvolti davvero paradossali. Su quel sussidio non più dovuto, forzatamente accreditato, l’insegnante ha dovuto pure pagarci le tasse: 1400 euro in più rispetto a quelle dovute sulla base del proprio reddito base.
Dal punto di vista tecnico stiamo parlando della Naspi, cioè la Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego. Nel caso di Vania Sartorel, riassunta da settembre 2020, con contratto a tempo indeterminato, l’ente previdenziale è stato più volte informato delle mutate condizioni contrattuali. Ma niente.
«La Naspi continua ad essere accreditata nel conto corrente» segnala l’Adico in una nota. «Abbiamo già scritto all’Inps» spiega Carlo Garofolini, presidente dell’associazione «Non ci succede spesso di invocare la sospensione di un beneficio non dovuto. Ci auguriamo che l’Inps dia seguito alla nostra diffida o che indichi alla nostra socia dov’è l’inghippo. La richiesta che facciamo è semplice e per nulla penalizzante per l’ente: sospensione della Naspi e restituzione da parte della socia di quanto indebitamente ricevuto, con la decurtazione dell’importo pagato per le tasse».
Come è stato possibile? La storia inizia nell’estate 2020 quando Vania Sartorel, a quel tempo insegnante precaria, chiede la Naspi per i mesi di luglio e agosto. Nel settembre successivo diventa insegnante di ruolo e chiede la disdetta dell’assegno. L’Inps, però, non dà seguito alla domanda e continua ad accreditarle la disoccupazione. La donna non smette di segnalare l’anomalia alla sede di Treviso e chiede pure un incontro per correggere l’errore. «All’appuntamento, però» ripercorre l’Adico in una nota «le viene spiegato che lo sbaglio è stato corretto già a settembre e che è tutto in ordine. Eppure quei soldi continuano ad arrivare al suo conto. Al momento della dichiarazione dei redditi, poi, la beffa: a causa della Naspi deve pagare 1.400 euro di imposte».
La macchina della burocrazia sembra incepparsi anche quando il comportamento dei cittadini è dunque esemplare. «Questo caso è un racconto di onestà ma anche di inefficienze» commenta infine Garofolini «Non capiamo come mai l’ente insita nel proprio errore visto che è stato segnalato dalla diretta beneficiaria. Adesso il pericolo è che si intimi all’insegnante la restituzione immediata di quanto indebitamente pagato magari anche con toni perentori e accusatori. La nostra socia è più che intenzionata a restituire tutto, salvo i soldi delle tasse indebitamente pagate e deve essere sospeso il pagamento della disoccupazione». —
Matteo Marcon
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