Uno sportello per il lavoro all’Emporio della solidarietà
L’associazione Corte del Forner gestisce lo spazio che sostiene 150 famiglie Offre assistenza alimentare e ora aiuterà anche all’inserimento occupazionale
Vera Mantengoli
La pandemia ha mostrato come si possa perdere tutto da un momento all’altro. Per aiutare chi sta attraversando una fase difficile a riprendere le redini della propria vita, è stato istituito nell’Emporio della Solidarietà di Venezia uno sportello per il lavoro.
Grazie alla rete formata da volontari, associazioni, Caritas, Comune e Regione oggi chi va a prendere il cibo a Sant’Alvise potrà trovare un ulteriore conforto, ovvero la possibilità di scrivere un curriculum, fare un bilancio delle competenze e sedersi a un tavolo con degli esperti per capire come poter ripartire e tornare nel mondo del lavoro. Ieri mattina è stata così presentata l’iniziativa chiamata «Sportello Emporio del Lavoro» che vedrà coinvolti specialisti ed esperti del settore. «L’articolo uno della nostra Costituzione ricorda come l’Italia sia una Repubblica fondata nel lavoro. Papa Francesco ha inoltre sottolineato che il lavoro è quello che rende l’uomo simile a Dio perché grazie al lavoro l’uomo può creare tante cose, anche una famiglia per andare avanti» ha detto Anna Brondino, colonna portante dell’associazione Corte del Forner che gestisce l’emporio avviato il 7 novembre del 2019 con cinque famiglie di bisognosi e arrivato oggi a 150 nuclei.
La Regione ha dato i finanziamenti per la realizzazione dell’Emporio e il Comune ha trovato dopo molte ricerche un luogo idoneo e dove poter scaricare facilmente le merci. Un sostegno è arrivato dalla Fondazione Generale Marcianum e da Renzo Rosso con Only the Brave che rifornisce il centro di carne. «Qui non si viene soltanto per prendere il cibo, ma anche per dare un’educazione alimentare» ha aggiunto Brondino che ha ringraziato una lunga fila di soggetti che si sono fatti avanti per aiutare chi è rimasto senza lavoro a riprendersi, come Silvia Cavallarin della Città Metropolitana con la quale è stato siglata una convenzione e Tiziano Barone di Veneto Lavoro. Il luogo è all’Ex Umberto I di Sant’Alvise, nei bellissimi spazi dove sorgeva l’ospedale un tempo.
Accogliente e ospitale, l’Emporio ha diverse stanze dove vengono tenuti i cibi in scadenza (ma commestibili ovviamente) dati dai supermercati veneziani (Bailo, Coop di Piazzale Roma, Cinema Italia, Conad Rossini e Conad Sant’Alvise). «Bisogna pensare che a Venezia tutto è più complicato perché ovviamente bisogna trasportare il cibo in barca» spiegano i volontari. La forza del progetto sta nella rete di una quarantina di volontari che svolgono gratuitamente un servizio per gli altri.
Oltre alla quarantina dell’associazione Corte del Forner ce ne sono altri dell'associazione Sumo che saranno disponibili per la parte del lavoro. Il principio è quello di dare una mano a chi arriva all’Emporio più volte a chiedere del cibo, aiutandolo a trovare un’occupazione. «Avere un volto fisico con cui confrontarsi può essere di conforto a chi vive tra le mura oppressive» ha detto l’assessore Simone Venturini «Crediamo che non si debba dare solo assistenza, ma riscatto per riprendere a lavorare». Tra chi ha perso tutto ci sono anche persone insospettabili, come alcuni tassisti, ma anche tanti padri di famiglia separati o donne sole con figli. Info 351.9834350. —
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