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Rialto: Pescheria e Tribunale vuoti. L’ombra della speculazione nel cuore di Venezia

Venerdì l’assemblea sotto la loggia delle pescherie. Gli operatori del mercato chiedono un progetto di riuso. Tribunale presto svuotato a rischio speculazioni turistiche

ENRICO TANTUCCI
2 minuti di lettura

VENEZIA. Venezia è viva e Rialto vuole vivere. E il tema dell’assemblea pubblica aperta ai cittadini che si terrà proprio sotto la Loggia delle Pescherie di Rialto venerdì 19 novembre alle 17.30 indetta dalla Municipalità di Venezia, raccogliendo la richiesta di aiuto che arriva dalle associazioni.

Prima fra tutte l’Associazione “Progetto Rialto”, costituitasi anche con la partecipazione degli operatori realtini, proprio per chiedere all’Amministrazione un cambio di rotta per una delle aree-simbolo della città legata al mercato del pesce e dell’ortofrutta – oggi in sofferenza – sostenendo un’iniziativa che vorrebbe unire il commercio alimentare, l’artigianato e la cultura in chiave di rilancio di tutta la zona.

Il cuore del progetto potrebbe essere il Palazzetto delle Pescherie di Rialto, ceduto dal Comune come dote patrimoniale alla Fondazione Musei Civici, ma che da anni giace vuoto e abbandonato, senza neanche una vaga idea di riutilizzo.

Ma il Comune non ci sente. Qualche commissione consiliare tenutasi per illustrare il progetto non ha prodotto – al di là di vaghi impegni e di bandi annunciati e mai concretizzatisi – alcun risultato. La visita “pastorale” dell’assessore al Commercio di turno in questi anni ha lasciato tutto come sta.

L’associazione Progetto Rialto ha anche prodotto a sue spese una pubblicazione distribuita gratuitamente è intitolata appunto “Venezia è viva e chiede aiuto” che illustra le caratteristiche ma anche le potenzialità del mercato, oggi meta dei turisti solo per qualche foto ricordo.

Si legge nella pubblicazione: «Crediamo che sia possibile, a maggior ragione dopo che la recente epidemia ha portato alla riscoperta delle botteghe “di vicinato”, particolarmente apprezzate nei centri storici italiani ed europei, ripensare oggi al ruolo del mercato riproponendone alcune funzioni».

«Occorre reinventare l’uso degli spazi con una compresenza tra attività di scambio, artigianali e culturali che inneschi ragioni di interesse reciproco. Proprio come sta avvenendo nel Mercato medievale di Barcellona, nel Borough Market di Londra, nel Mercato di Mezzo di Bologna, in quello di San Lorenzo a Firenze o in quello di Porta Palazzo a Torino, a Venezia chi acquista i pesci o le erbe di laguna può essere attratto dalla contemporanea offerta di prodotti esotici o dalla produzione di nuovi manufatti di vetri o di carta, o da un’esposizione temporanea, o dalla presentazione di un libro».

«Esistono in quest’area edifici pubblici vuoti o che stanno per svuotarsi: essi possono diventare luogo di attrazione per laboratori, atelier, progetti innovativi di studenti, ricercatori, artisti provenienti da istituti superiori veneziani e stranieri. Ma possono anche divenire sede di botteghe artigiane, “vetrine” di enti internazionali e di lavorazioni insediate anche altrove in laguna, o piccole aule per corsi di formazione (di cucina, arte del vetro, terrazzo alla veneziana, stucco e grassello, restauro di materiali antichi».

Qui ci sono, come si vede, delle idee e assodato che invece la giunta Brugnaro non ha alcun progetto di rilancio per l’area del mercato di Rialto – perché altrimenti, dopo anni che se ne discute, lo avrebbe evidentemente tirato fuori – l’occasione dell’assemblea pubblica di venerdì è anche per l’amministrazione l’occasione di venire ad ascoltare e a prendere nota, a cominciare dall’assessore comunale al Commercio Sebastiano Costalonga. Iniziando magari a rispondere ad alcune domande. Ad esempio quella sul Tribunale di Rialto che entro pochi anni – con il trasferimento di tutte le sedi giudiziarie alla Cittadella della giustizia di piazzale Roma – sarà completamente svuotato.

Cosa ne sarà di questo enorme complesso in uno dei punti cruciali della città? Sarà silenziosamente affidato alla speculazione turistica o c’è un’idea per recuperarlo magari nella direzione indicata dalle associazioni? Sarebbe ormai tempo di dare qualche risposta. 

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