«I presìdi di giustizia sono un deterrente contro la criminalità»
Elisabetta B. AnzolettiCHIOGGIA
«La presenza di presìdi di giustizia funge anche da deterrente alla criminalità». Lo ha spiegato l’avvocato Daniele Grasso, già presidente della Camera degli avvocati di Venezia, tornando sul problema della chiusura dal 2012 del Tribunale di Chioggia come relatore al terzo incontro del ciclo “Vivere da protagonista” promosso dal Lions col patrocinio del Comune e della Fondazione Santi Felice e Fortunato. Tema dell’incontro “Giustizia e società a Chioggia” con ospiti l’avvocato Grasso, presidente della Camera penale dal 2008 al 2015, intervistato dal collega Giorgio Vianelli, e la presidente della Camera degli avvocati di Chioggia Anna Berto.
I presìdi di giustizia in città negli ultimi anni hanno subito una drastica riduzione, oggetto di proteste e continui appelli. Nel 1941 era stata portata a Chioggia la Pretura, trasformata poi in sezione staccata del Tribunale monocratico nel 1998 e poi soppressa, tra mille polemiche, nel 2012. Da allora, avvocati, imputati e testimoni sono costretti al pendolarismo verso Venezia, con aggravio di costi e perdite di tempo. Nella Cittadella della giustizia di Borgo San Giovanni è rimasto attivo solo l’ufficio del giudice di pace, che però rischia ogni anno la chiusura per i costi di gestione che ricadono unicamente sull’amministrazione comunale e per la difficoltà nella copertura dell’organico. «La giustizia di prossimità», spiega l’avvocato Grasso, «permette una maggiore vicinanza popolare non solo come servizio alla collettività, ma anche perché le persone, se gli uffici giudiziari sono vicini, frequentano questi luoghi portando con sé l’esperienza giudiziaria che, se non altro, funge anche da deterrente alla delinquenza. Tutto ciò oggi non è più possibile se non col giudice di pace, al momento ancora presente in città». Grasso e Vianelli si sono soffermati anche sul disagio giovanile e sulle distinzioni sociali e economiche in relazione alla tipologia di reati. È emerso il problema delle dipendenze in città, anche relative al gioco d’azzardo, che sta diventando una piaga sociale. —
Elisabetta B. Anzoletti
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