Mestre, i Fridays for Future contro l’ampliamento dell’inceneritore di Fusina
I manifestanti hanno sfilato da piazzale Cialdini alla sede comunale: “Non c’è un pianeta B.Tutelate il nostro futuro”
Luca Cirese
MESTRE. Un mini-corteo ha percorso nel pomeriggio di sabato 6 novembre le strade di Mestre per contrastare l’ampliamento della linea dell’inceneritore di Fusina e chiedere di invertire al più presto la rotta: una ventina di esponenti del Fridays for Future di Venezia Mestre ha sfilato per la città portando cartelli contro il cambiamento climatico come “Non c’è un pianeta B”.
Partiti da piazzale Cialdini, i manifestanti si sono mossi a suon di musica e di interventi nel centro di Mestre con l’obiettivo di sensibilizzare la cittadinanza sui danni alla salute che causerebbe il progetto voluto da Veritas, il Comune di Venezia e la Regione Veneto: l’ampliamento, denunciano i giovani ambientalisti, arriverà a bruciare 300mila tonnellate di rifiuti ogni anno e aggraverà l’inquinamento dell’aria con danni per tutte le persone che si trovano nel raggio di 25 km dall’opera.
«Quello che chiediamo è che venga tutelato il nostro futuro – grida al microfono Elena, una delle esponenti del movimento – le politiche della nostra amministrazione puntano invece solo a opere come l’inceneritore che sono la causa della crisi climatica che stiamo attraversando, come gli eventi di Catania ci hanno mostrato con chiarezza».
La manifestazione si è conclusa sotto la sede del Comune, dove non sono mancate critiche al sindaco ed è stato srotolato lo striscione con la scritta “Cemento Grandi Navi Inceneritore, questa è la transizione ecologica made in Brugnaro”.
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