Vazzoler, il processo è da rifare a Milano
Azzerata la condanna a 11 anni e 8 mesi come la confisca di oltre 5 milioni e 835 mila euro per il dentista-faccendiere
cristina genesinjesolo
«La Corte d’appello ha fatto trionfare la corretta applicazione di una norma di procedura penale. E questo ci rende soddisfatti, senza entrare nel merito della vicenda, perché trionfa il diritto». È il commento dell’avvocato Renzo Fogliata all’uscita di Palazzo Grimani, sede della Corte d’appello veneziana. Processo Vazzoler, tutto da rifare: i giudici lagunari hanno accolto la richiesta dei difensori del dentista-faccendiere veneziano, originario di Musile e padovano d’adozione, che avevano sostenuto l’incompetenza territoriale del tribunale di Padova.
Tutto da rifare
Risultato: annullata la sentenza di primo grado che, al termine di un processo durato un anno e scandito da 25 udienze, aveva condannato il 61enne Vazzoler a 11 anni e 8 mesi di carcere e al pagamento di 33 mila euro di multa, ordinando la confisca di 5.835.019,64 euro tra soldi e beni, compresi due attici, uno a Padova in piazza dei Frutti, l'altro a Jesolo nella torre Mizar in piazza Drago, oltre a una Maserati Levante e una Jaguar XK, un’imbarcazione Primatist Abbate e una Sunseeker. Beni di cui potrà essere reclamata la restituzione. È apparso raggiante l’imputato che ha abbracciato la storica legale di fiducia Maria Grazia Stocco («Sei grande... bravissima») nel collegio difensivo con il penalista Fogliata. Accanto a Vazzoler, come un’ombra, la compagna trevigiana Silvia Moro.
Il dilemma della competenza
Fino a ieri i giudici avevano stabilito che la competenza a pronunciarsi sul caso era quella del tribunale di Padova. Il criterio era che le principali attività illecite contestate a Vazzoler sarebbero state svolte nella città del Santo dove abitualmente l’imputato viveva. Tra le attività prese in considerazione, lo scambio di una serie di mail con i complici attraverso il sistema delle bozze grazie all’uso dell’identica password. Niente da fare. La difesa ha replicato: è l’ultimo bonifico effettuato per mandare denaro all’estero a indicare la competenza territoriale. E l’ultimo bonifico sarebbe stato eseguito in un ufficio postale di Milano. Questione procedurale ora risolta con un gol segnato dalla difesa. La Corte (presidente Antonio Liguori affiancato dai giudici Vincenzo Sgubbi e Paola De Franceschi) depositerà le motivazioni entro il 20 gennaio. L’udienza si era aperta senza repliche. Già nella precedente udienza del 20 ottobre i difensori avevano focalizzato la battaglia sulla competenza territoriale, pur cercando di smontare il processo padovano mentre il procuratore generale Antonio De Lorenzi aveva rifatto i conti. Ed era arrivato alla conclusione che non fosse provata la grande fabbrica del riciclaggio – di cui Vazzoler sarebbe stato artefice e regista – tanto da riportare il business illegale da 117 milioni di euro alla più modesta cifra di un 1.529.194,54. Da qui la richiesta di una condanna a 8 anni e 10 mesi e una confisca pari al profitto illecito di 76.459,727 euro. Il trasferimento del processo a Milano, comunque, era nell’aria visto che è avvenuto anche per il filone della stessa indagine riguardante la compagna Moro e la socia in affari, la padovana Elena Manganelli Di Rienzo, residente a Dubai, entrambe finite in carcere con Vazzoler il 25 maggio 2018 quando scattarono gli arresti pure per altri complici. Tra questi lo svizzero Albert Damiano e Marco Suardi di Bergamo, che hanno rispettivamente patteggiato 3 anni e 6 mesi (il primo) e due anni e 9 mesi (il secondo), testimoniando per la pubblica accusa nel processo annullato.
i reati contestati
Restano nei confronti di Vazzoler le accuse di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio internazionale (secondo la procura padovana per un giro d’affari di 117 milioni di euro) rispetto alla quale la sentenza d’appello non è entrata nel merito. Tutti gli atti dovranno essere trasmessi alla procura di Milano: il procedimento sarà assegnato a un pubblico ministero che dovrà riformulare la richiesta di rinvio a giudizio, poi nuova udienza preliminare davanti al gup, chiamato a decidere se spedire a processo Vazzoler. E (salvo diversa decisione) nuovo processo di primo grado destinato a cominciare non prima di un anno. Non è da escludere una riunificazione del procedimento con quelli che riguardano Moro e Manganelli. Quest’ultima (sposata con un ricco uomo d’affari arabo al vertice di un colosso finanziario) era stata autorizzata a rientrare a Dubai dopo aver concordato un patteggiamento successivamente revocato, facendo ricorso in Cassazione per ottenere il trasferimento dell’inchiesta prima a Venezia e poi, quando gli atti sono arrivati nella procura veneziana, sostenendo la competenza del tribunale milanese.
Un vecchio guaio
Nel 2017 Vazzoler, che ora è libero e vive a Jesolo, era stato prosciolto per intervenuta prescrizione dal tribunale di Padova al termine di un processo durato tre anni nell’ambito di una mega-evasione fiscale da 90 milioni di euro sfuggita al Fisco italiano attraverso un sistema di società “cartiere”: era passato troppo tempo e non era stato più possibile esercitare l’azione penale. —
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