Marchio di qualità Igp sempre più minacciato da operatori stranieri
e.b.a.CHIOGGIA
Il marchio Igp minacciato dalle imitazioni provenienti da tutto il mondo. Dal novembre 2008 la rosa di Chioggia ha ottenuto la certificazione europea sull’identificazione geografica protetta e dall’anno successivo esiste un Consorzio di tutela con lo scopo di promuovere il radicchio di Chioggia e il suo territorio, ma le adesioni sono ancora basse rispetto alla totalità dei produttori. Per produrre l’Igp occorre osservare il disciplinare che impone l’uso di seme autoctono, periodi di semina e raccolta, concentrazione per ettaro, pezzature e colore, confini di produzione nei 10 Comuni individuati. Molti produttori preferiscono invece ricorrere al seme ibrido, aumentare la resa e non avere imposizioni di alcun tipo. Tanto più che il radicchio rosso tondo viene ormai coltivato ovunque, dal Cile al Marocco, dalla Polonia alla Tunisia, in tutti i periodi. Il Consorzio da anni partecipa a fiere mondiali e eventi promozionali per far capire la distinzione tra l’Igp e il tondo comune.
A tutela del consumatore finale, anche nell’ottica del contenimento dei costi, di recente la Coldiretti nazionale, attraverso il suo presidente Ettore Prandini, ha proposto al ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli la riduzione dell’Iva sui generi alimentari che si potrebbe attuare se si decidesse di mantenere invariato il gettito fiscale a fronte dell’aumento dei prezzi. —
e.b.a.
I commenti dei lettori